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20) Palazzo Farina a Sorrento

4.3.1 Palazzo Farina, “Casa Nuova” dei Correale
Questo palazzo (Foto 88) tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo apparteneva a Camillo Brancia, patrizio sorrentino, il quale per seicento ducati, la cedette a Francesco Antonio Correale(12). Di questo periodo non è possibile dare una descrizione architettonica dell’edificio. La cartografia esistente, del secolo precedente e posteriore, poco offre sull’analisi del palazzo: infatti dalla veduta prospettica della città, in “Sorrento” di G.B.Pacichelli del 1702, non emergono notizie esaurienti, in quanto l’autore dà lettura di un grande edificio quadrangolare con al centro una corte e risulta difficile stabilire analogie con la fabbrica in questione(13). I documenti del 1777 la descrivono come una corte chiusa, di forma rettangolare allungata, con al centro un cortile scoperto (com’è lo stato attuale), ma rivelano che in precedenza era una corte semiaperta a forma di “C”. Il lato ovest, sul finire del seicento e fino ai primi del settecento, non era edificato, ma era semplicemente il giardino di pertinenza. E’ possibile che l’aggiunta di questo nuovo corpo di fabbrica avesse assegnato l’appellativo di “Casa Nuova”. Questa, si sviluppa su due livelli e pian terreno cantinato(14) e ha l’ingresso, come prima, orientato a nord, in vico Sopramonte. Il portale d’ingresso era in piperno, con gli zoccoli dello stesso materiale e in alto, campeggiava lo stemma della famiglia. Oggi questi elementi ornamentali non esistono più; il profilo del portone è un’unica fascia in piperno con arco a tutto sesto (Foto 89). Entrando, il vestibolo è costituito da una sequenza di tre spazi voltati a botte, che immettono nel cortile con le scale, murato sui quattro lati e al fine di preservarlo, è stato coperto da un lucernario (Foto 90). Sul lato sinistro, mediante tre scalini, si accede ad un ballatoio coperto a botte e per esso, si accede ai monolocali, che in passato costituivano due dei cosiddetti bassi; questi ultimi, con altri tre, avevano l’accesso singolo lungo il fronte est. Ritornando al cortile scoperto, in testa vi è la prima rampa di scale (Foto 91) che, come allora, è anch’essa scoperta, con ai lati cartocci(15) e cordoni di piperno (Foto 92). Mediante alcuni gradini si arriva ad un ballatoio, con ai lati due scale: quella a destra, che portava al giardino della casa, è rimasta una scala cieca, così come la descrivono i documenti del 1777; al centro del ballatoio, vi è l’ingresso ad un altro monolocale e a sinistra, mediante una rampa con copertura a botte, si accede ai locali del piano superiore. Anticamente tutto il piano era un unico appartamento. Seguendo il gusto dell’epoca, la sala maggiore, era coperta “a travi”, dipinta con ornamenti e figure(16). Il piano terra dell’ala ovest, aggiunto in epoca imprecisata tra fine Seicento e inizio Settecento, ha un’entrata autonoma a destra del portone d’ingresso. La descrizione corrisponde a quella della documentazione, dove l’ingresso è costituito in sequenza da grandi ambienti: il primo con copertura a botte, il secondo con copertura a vela e scala per accedere al piano superiore, il terzo, stretto e lungo, da copertura a botte. Scendendo, vi sono altri spazi sotterranei che costituivano le antiche cantine. Oggi i locali dell’ala ovest, sono sede di un esercizio commerciale.
Note:
12 A. Corcione, op. cit., pag.65.
13 G.B. Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli, 1703 vol. I;  A. Berrino, op. cit., pagg.75-76.
14 “… con giardinetto in detta città di Sorrento, nella strada che porta verso lo Pertuso, denominata la Casa Nuova, poco distante dal castello…” .Docum. 1777, cit.
15 All’interno delle volute, motivo ornamentale del principio delle scale, vi sono stilizzate delle membrature che richiamano il cartoccio. Cfr. A. Corcione, op. cit., pag. 68 e nota 86.
16 “Con suffitta di tela dipinta, cornicione indorato e balcone in angolo di Piperno…” Docum. 1777, cit.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’EDILIZIA CIVILE A SORRENTO”, discussa dal Dott. Paolo Ziino, nell’ anno accademico 2000/2001 presso la Facoltà di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (Corso di laurea in conservazione dei beni culturali). Relatore Prof. Francesco Divenuto.
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