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Sorrento e i grandi albergatori scomparsi della fine del 900

Non posso chiudere questo capitolo senza ricordare alcuni pionieri del turismo sorrentino, cominciando dal venerato fra quelli che ho conosciuto, Onorato Fiorentino, presente nella vita economica e politica di Sorrento per molti anni, seguito da cinque capostipiti di altrettanti gruppi che hanno saputo creare esercizi alberghieri ed agenzie turistiche che oggi sono altrettante colonne di quell’ industria del forestiero con la quale Sorrento ha conquistato vette di prestigio e livelli di alta professionalità: Concetta Fortini (1983), Giuseppe Manniello (1990), Mario Russo (1997), Luigi Iaccarino (1997) e Antonino Acampora (1997).
A primavera 1954 Sorrento fu privata del suo albergatore più rappresentativo che aveva saputo continuare il lavoro del padre Raffaele, che, partendo dall’ Hotel Rispoli, aveva impostato l’ Excelsior Vittoria, ancora uno dei più prestigiosi alberghi sorrentini.
Onorato Fiorentino aveva 79 anni, quando scompare, ma lasciò un patrimonio materiale e morale che è ancora un pregio non solo familiare. In un articolo del “con suocero” Amato Amati, su di un periodico sorrentino lo descrisse “uomo probo, semplice e lavoratore; ma non era solo questo che dava rilievo alla sua personalità; la cosa più importante in lui consisteva nel fatto che in lui ritrovavi una testimonianza vivente di un’ epoca tramontata che non farà più ritorno: l’ epoca in cui i contratti si facevano sulla parola… Duro con gli altri era duro con se stesso, il primo sul lavoro la mattina e l’ ultimo a ritirarsi la notte… da giovane si era dedicato con passione allo sport marinaro e fu campione d’ Italia; il Circolo del remo e della Vela lo ebbe fra i suoi fondatori”.
Fu il 12 ottobre 1990 che Sorrento dovette registrare la scomparsa di un uomo che, partito dal mondo della ristorazione, era riuscito a creare un impero nel settore ricettivo, con quattro esercizi alberghieri, Giuseppe Manniello. Iniziando alla scuola dello zio, creatore della trattoria “La favorita”, poi divenuta ‘O Parrucchiano, trasformò l’ azienda in “ristorante”, di fama mondiale dalla quale prese il via per creare una catena di alberghi prestigiosi facendo parte della corona dell’ ospitalità sorrentina. Se lo zio fu suo maestro, Peppino lo è stato per i tre figli, Antonino, Enzo e Mario che, in una divisione di compiti, mantengono l’ uniformità d’ indirizzo. Era solito dichiarare che l’ affermazione di un ristorante ha il suo segreto nell’ acquisto delle materie prime, tanto vero che era solito essere fra i primi al mercato, pur restando sulla breccia fino a tarda serata.
Anche Mario Russo giunse al mondo alberghiero provenendo da quello della ristorazione. Infatti fu dopo una lunga parentesi in eritrea, dive aveva impostato due ristoranti, “Sorrento” e “Capri”, rientrando in Italia, nel 1950, realizzò l’ Hotel Capri, sfruttando un vecchio fabbricato del comandante Lauro, nella zona orientale di Sorrento. E da questo complesso, con la collaborazione della moglie e dei figli ha guidato un cammino verso una serie di successi conclusisi con la realizzazione del complesso ricettivo – congressuale, da lui suggerito sostenuto, del Sorrento Palace (oggi Hilton Sorrento Palace).
Luigi Iaccarino era un albergatore giunto a Sorrento, provenendo da Massa Lubrense (dove fu anche Sindaco) conquistando l’ Imperial Tramontano che, unendo al vecchio albergo di famiglia, in terra santagatese, riportò subito uno dei complessi più antichi di Sorrento alla sua fama ed al suo prestigio di hotel “du Tasso” e di sede della prima audizione pubblica di “Torna a Surriento”. Gran lavoratore guidò i figli alla successione, senza far tramontare la sua passione per la pubblica amministrazione, rivestendo anche la carica di Vice Sindaco di Sorrento. Una passione particolare? Il presepe!
L’ ultimo dei sei, grandi, albergatori scomparsi nel periodo di cui si occupa questo studio, è stato Antonino Acampora Ninuccio – che, pur provenendo da una famiglia di albergatori, non sembrava avviato in questa scia, ma una volta rientrato, rispondendo alla stima ed alla fiducia di amici,creò le premesse per la conquista di vette che l’ avrebbero portato ad altissimi livelli di capacità ricettiva e di efficienza. Da un modesto complesso Ninuccio giunse ai grandi complessi, trovando per essi colonne di sostegno nei figli i quali seppero seguirne l’ esempio ampliandone la proiezione di espansione. Era un uomo che si distingueva per l’ attaccamento al lavoro, per il rispetto degli impegni e per i suoi gesti di bontà.
Con la morte di Antonino Acampora, scrissi che era finita “una generazione”. Fu vero, ma la fortuna di Sorrento è stata che a quella ne è seguita un’ altra che non l’ ha fatto rimpiangere. Ed è la fortuna di Sorrento nel settore turistico, che ormai è l’ unico portante della economia sorrentina.
Tratto dal primo volume di “Sorrento 1946 – 2007” di Antonino Cuomo e pubblicato a Castellammare di Stabia da Nicola Longobardi Editore nel 2009. Pubblicato per gentile concessione dell’ autore.
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