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Il vecchio impianto nella Villa di Sorrento

L’ idea di poter disporre di un sistema di collegamento rapido tra il centro cittadino di Sorrento e la zona che comprende l’ area portuale sorrentina e quella degli stabilimenti balneari – come si potrà meglio vedere in seguito – è antica.
Molto di più di quanto, a prima vista, non si possa immaginare (visto che i primi progetti risalgono alla fine dell’ Ottocento).
Eppure, fatto salvo un periodo in cui – durante il ventennio fascista – l’ argomento è stato considerato di grande attualità, nessuno è mai riuscito a dare concretezza ad una opera comunque considerata di primaria importanza.
A colmare questa lacuna, nel 1960, fu Antonino Leonelli (affettuosamente conosciuto con il vezzeggiativo di Ninì Leonelli).
Fu lui, infatti che alla fine degli anni ’50 venne l’ idea di farsi paladino di un progetto mirante a realizzare l’ ascensore che, poi, è restata in funzione fino all’ inizio del nuovo millennio.
Le sue proposte stimolarono l’ attenzione ed incontrarono il consenso dell’ Amministrazione Comunale di Sorrento.
In tempi da record si passò dalle parole ai fatti.
L’ Ufficiale Sanitario espresso il suo parere favorevole il 28 febbraio 1960.
Il giorno dopo (29 febbraio, perché si era in un anno bisestile) fece lo stesso la commissione edilizia.
A distanza di sole due settimane si espresse anche il consiglio comunale presieduto dal Sindaco di Sorrento, Carlo Di Leva.
Il 5 marzo 1960, infatti, la massima assemblea cittadina di Sorrento, nell’ adottare la delibera n° 18 – che regolamentava la materia – stabilì, tra l’ altro di procedere, al rilascio in favore di Antonino Leonelli di una apposita convenzione che avrebbe avuto come oggetto, per l’ appunto, la costruzione e l’ esercizio di ascensore in servizio privato per gli Stabilimenti Balneari siti sulla Spiaggia S. Francesco di Sorrento, (all’ epoca gestiti dallo stesso Antonino Leonelli, da Carlo Petagna, da Salvatore Esposito e da Pietro Leonelli), da installare nella Villa Comunale, secondo il progetto esecutivo depositato nell’ archivio comunale di Sorrento, la cui spesa presunta fu valutata in 6.000.000 di lire.
Tra le clausole della stessa convenzione – firmata il successivo 31 ottobre e per la quale si stabilì una durata di quindici anni – era compresa quella in ragione della quale il concessionario si impegnava a garantire il funzionamento dell’ impianto “almeno durante il periodo aprile – ottobre, nei limiti di orario stabilito per la Villa Comunale”.
L’ iter subito fu caratterizzato dalla massima celerità.
Il 19 aprile veniva firmata la concessione edilizia necessaria per eseguire i lavori, seguita, poi, – il 27 aprile – dall’ istanza indirizzata alla Capitaneria di Porto, con la quale si richiedeva di costituire una servitù a carico del demanio marittimo mediante un vano di accesso situato nella Marina San Francesco che, però, – unico “inghippo” – arrivò solo l’ 11 febbraio 1961. Nel frattempo l’ 11 maggio anche l’ Ufficio del Genio Civile – Opere Marittime del Ministero dei lavori pubblici esprimeva la propria approvazione al progetto appositamente elaborato dall’ Ing. Almerigo Gargiulo e firmato, tra l’ altro, anche da un Ing. Gerardo Gargiulo, allora ai suoi primi passi.
Il 14 luglio, Antonino Leonelli depositava una dichiarazione contenente la indicazione del tipo di ascensore che intendeva utilizzare (si trattava di un ascensore elettrico della portata di 630 chilogrammmi, di costruzione della Ditta G. Falconi & C.S.A. di Novara).
A questo provvedimento seguirono, il successivo 5 agosto, il nulla osta della Dogana di Napoli e – il 25 novembre – quello della Intendenza di Finanza.
Erano altri tempi.
Di certo non esistevano i vincoli urbanistici ed i “gessi” che spesso bloccano esasperatamente lo sviluppo edilizio ai giorni nostri, ma esisteva, comunque, una l’ esigenza di dotarsi di una infinità di visti, pareri, autorizzazioni e nulla osta. Eppure le pratiche camminavano speditamente!!!
Fatto è che l’ ascensore potè entrare in funzione nel 1961.
Infatti, il 5 aprile di quell’ anno, l’ E.N.P.I. (Ente Nazionale per la Prevenzione degli Infortuni) trasmise alla prefettura i documenti attestanti l’ avvenuto collaudo dell’ impianto ed il successivo 6 maggio veniva finalmente rilasciata la licenza di esercizio.
Malgrado le ricerche effettuate non è possibile stabilire la data certa della sua inaugurazione, ma si trattò, in ogni caso, di un avvenimento capace di suscitare grande scalpore.
Era un periodo d’ oro per Sorrento.
Al boom economico che accompagnò la crescita di tutta l’ Italia, la Terra delle Sirene univa un periodo di sviluppo e di prosperità destinato ad essere ricordato con nostalgia.
La Città del Tasso aveva appena finito di ospitare le riprese del film “Pane amore e….”, grazie al quale associò la bellezza del proprio territorio ai nomi di Vittorio De Sica e Sofia Loren. Quella pellicola era stata preceduta da un altro film – “Totò, turco napoletano” – che pur essendo stato girato quasi esclusivamente senza riprese esterne riproponeva una storia che voleva il “principe della risata” impegnato a Sorrento.
E alla fama delle sale cinematografica – destinata, in seguito, ad essere incrementata da edizioni degli Incontri Internazionali del Cinema di altissimo profilo -, la città rispondeva assecondando una antica vocazione turistica.
Tra il 1950 ed il 1960, il numero degli alberghi era quasi raddoppiato. Proprio in quegli anni, ad esempio, nacquero alcuni di quelli che si sarebbero rivelati, poi, come gioielli della ricettività locale.
Nel 1950 fu inaugurato l’ Hotel Miramare, seguito, tra gli altri, dall’ Hotel Capri (1951), dall’ Hotel Carlton (1952), dal Sorrento City (1952), dalla Maison Minervetta (1954), dall’ Hotel Continental (1955), da Villa Maria (1955), dalla dipendenza di Villa igea (1956), dall’ Hotel Ascot – ex du Nord – (1957), dall’ Hotel Astoria – ex villa delle rose – (1957), dall’ Hotel Bristol (1957), dall’ Hotel Il Faro (1957), dall’ Hotel Nice (1957), dall’ Hotel Tirrenia (1958), dall’ Hotel La Badia (1960) e dall’ Hotel Aminta (1961).
A questi ne sarebbero seguiti almeno una infinità nel successivo ventennio (Hotel Flora, Hotel Floriana Park, Hotel Linda, Hotel Reggina, Hotel Central, Hotel Il Nido, Hotel Savoia, Hotel Villa Fiorita, Hotel Conca Park, Hotel Helios, Hotel Cesare Augusto, Hotel President, Hotel Vue d’ Or, Hotel Leone, Hotel Rivage, Hotel Belair, Hotel Britannia, Hotel Plaza, Hotel Zì teresa, Hotel Atlantic Palace, Hotel Riviera, Hotel Rota Suites, Hotel Ambasciatori, Hotel Villa Gerardo, Hotel Tourist, Hotel Desirè, Hotel Del Mare, Hotel Gran paradiso, Hotel Girasole, Hotel De La Ville).
Basti pensare che tra il 1957 ed il 1967, il numero di alberghi a Sorrento passò da 35 a 94.
I fatti, i numeri ed il tempo dimostrarono che a differenza di altre realtà, i fondi resi disponibili dalla Cassa per il Mezzogiorno, a Sorrento, non erano stati impiegati per costruire “cattedrali nel deserto”.
Sempre tra il 1957 ed il 1967 gli arrivi dei turisti passarono da 96.592 a 165.169 e le presenze da 270.792 a 568.155.
Anche gli stabilimenti balneari erano già numerosi. Anzi all’ epoca ce n’ era uno in più di oggi (oltre a quelli attualmente in funzione – anche se con diversa denominazione – c’ era anche lo stabilimento de “La scolgliera”).
L’ ascensore, dunque, giunse nel momento più opportuno tanto per agevolare il trasporto di quanti desideravano dedicarsi ai bagni di mare e concedersi una invidiabile tintarella, quanto per agevolare il trasporto dei turisti indirizzati al porto.
Fabrizio Guastafierro