La storia della Chiesa del Carmine a Sorrento
Sorta fuori della cinta muraria che proteggeva l’ antica città di Sorrento, la Chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo (anche conosciuta come Chiesa del Carmine) non è sicuramente tra le più antiche della Terra delle Sirene.
Eppure l’ edificio sacro fu edificato a pochi passi dalla preesistente chiesa – costruita, con ogni probabilità, sui resti di un tempio pagano – dedicata (forse già a partire dal VI secolo) alla memoria dei primi sorrentini che, nell’ abbracciare la fede cristiana giunsero fino al martirio (i Santi Quinto, Quintilla, Quartilla, Marco ed altri).
Giunta ad un passo dall’ abbandono, proprio questa chiesa, nel 1572, fu consegnata ai padri Carmelitani del Carmine Maggiore di Napoli che, immediatamente, più che concentrarsi ad una intensa attività di recupero, di abbellimento, di ampliamento e di arricchimento del bene loro affidato si dedicarono ad una nuova costruzione.
Il priore dell’ epoca – Padre Bartolomeo Pasca – infatti, utilizzando la cospicua eredità lasciatagli dalla madre Giustina Gravante e le offerte di generosi cittadini, iniziò immediatamente a costruire, proprio nei pressi della edificio di culto pre-esistente, una Chiesa più grande: La Chiesa del Carmine.
Dotata di un campanile (che fu abbattuto nel 1648 in occasione della rivolta popolare capitanata da Giovanni Grillo) la costruzione inglobò anche la sede del Governatore cittadino di Sorrento che fu trasformata in convento.
L’ antica funzione di quest’ ultimo palazzo, evidentemente vocato ad ospitare importanti centri nella vita civile del paese, fu in parte recuperata agli inizi del XIX secolo.
Passato al Demanio e, poi, al Comune, infatti, il monastero fu trasformato in una prima fase in sede Municipale. Successivamente, nei suoi locali hanno trovato ospitalità una scuola e la Pretura.
La chiesa, invece, pur essendo affidata alle cure di un sacerdote scelto dall’ amministrazione comunale di Sorrento – con l’ approvazione della Curia – conobbe un periodo di decadenza che si interruppe solo quando (il 20 luglio del 1922) la stessa Chiesa fu riconsacrata in seguito a massicci lavori di restauro che sarebbero culminati (nel 1927) con la ricostruzione del campanile.
Solo nel 1936, grazie al Concordato che sanciva nuovi accordi tra lo Stato Italiano e lo Stato Pontificio, i Carmelitani poterono ritornare ad occuparsi della Chiesa cui avevano già dedicato le proprie cure per tanti anni.
Nel mese di marzo del 1944, infine, si inaugurò la nuova Cappella che – ricordando l’ antica vicinanza con l’ ormai scomparsa chiesa dedicata ai “Martiri Sorrentini” – fu dedicata proprio all’ estremo sacrificio dei primi cristiani locali.
Attualmente parte dei locali dell’ antico convento annesso alla Chiesa sono utilizzati per ospitare la biblioteca comunale di Sorrento.
Fabrizio Guastafierro