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L’importanza di una pietra scartata dai costruttori

Quando si parla dei resti provenienti dalla antica cattedrale di Sorrento si è soliti fare riferimento ai ruderi che si possono ammirare sul territorio (presso il Museo Correale di Terranova, presso l’ odierna cattedrale, lungo le strade della città e nella ), presso celebri strutture museali quali il Museo Barracco di Roma, il Museo Statale di Berlino e la Dumbarton Oaks Collection di Washington D.C.
Incomprensibilmente, però, non c’è stato nessuno, fino ad oggi, che abbia incluso tra questi anche un frammento marmoreo presente proprio in quello che può essere considerato come il basamento del campanile del Duomo.

Foto di Luigi Garbo

Foto di Luigi Garbo

Si tratta di una lastra caratterizzata dall’ uso di caratteri longobardi che finalmente ci consente di fare chiarezza.
Il reperto (la cui collocazione è assolutamente incerta) è stato “scoperto” solo nella seconda metà del XIX secolo. Lo si apprende dai contenuti proposti – nel 1895 – all’ interno nell’ album predisposto dall’ amministrazione comunale per festeggiare il III centenario della morte di Torquato Tasso. In questa pubblicazione, infatti, catalizzando l’ attenzione su alcuni particolari artistici ed architettonici del palazzo arcivescovile, è stato evidenziato: “D’ importanza locale è il frammento della epigrafe che ricorda un’ antica chiesa di S. Renato. E’ una lastra di marmo bianco terminata superiormente da una linea di fusaiole, nella quale leggesi: “Ad onore sanctorum Dei Renati et Baleri Fec”.
La lastra spezzata dopo il corimbo, pare che mostri elementi di una lettera di altra parola. Quest’ epigrafe sin qui inedita, che fu indicata soltanto dal ch. Prof. Stevenson nel Bull. Arch. del de Rossi del 1878, trovasi attaccata sotto l’ arco del campanile del Duomo e nascosta da una delle colonne antiche dinanzi notata” (1).

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Foto di Luigi Garbo

A questo punto, senza alcun intento blasfemo, crediamo di poter parafrasare i contenuti del Salmo 117 – ripresi anche nel Vangelo – ed affermare che la pietra scartata dai costruttori è “ritornata” testata d’ angolo.
E’ fin troppo evidente, infatti, che il reperto del quale si parla proviene certamente da quella chiesa dedicata ai Santi Renato e Valerio – a cui ci si è già più volte riferiti in precedenza – che fu la prima cattedrale di Sorrento. Già in altra sede si è avuto modo di dimostrare esaurientemente l’ impossibilità di individuare come “chiesa maggiore”, tanto il tempio annesso al monastero di San Renato, quanto – fatti salvi eventuali brevi periodi – la Chiesa dei Santi Felice e Baccolo. Resta, quindi da chiarire dove possa essere stata edificato il primo Duomo della Terra delle Sirene.

Foto di Luigi Garbo

Foto di Luigi Garbo

La risposta, per quanto apparentemente incredibile – e malgrado il fatto che non possa ritenersi opportunamente suffragata con prove definitive ed inoppugnabili – potrebbe essere più semplice di quanto non si possa credere.

Fabrizio Guastafierro

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Note:
1 Sorrento e Tasso – Album pel III centenario della morte di Torquato Tasso, pubblicato dal Municipio Sorrentino nel 1895, pagina 19.