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Frammenti di storia sparsi nel mondo

Come si è appena avuto modo di evidenziare, nel corso degli ultimi cento anni, i ruderi dell’ antica Cattedrale di Sorrento, sempre più frequentemente, sono finiti al centro delle attenzioni di ricercatori e studiosi di fama indiscussa.
Proprio prendendo spunto da questi reperti, infatti, sono già stati elaborati diversi studi monografici (1) ed almeno una tesi di laurea (2). Questo senza tenere conto del fatto che molte ancora sono le pubblicazioni che ne fanno menzione in termini generali (3), che ne trattano aspetti specifici (4) o che si dedicano ad alcune tra le più recenti scoperte che li riguardano (5).
Si tratta di circa una quarantina di pezzi che, nella maggior parte dei casi, si possono ancora ammirare presso il Museo Correale, presso l’ odierna cattedrale di Sorrento (ed il suo poco distante campanile), lungo le strade della città e nella Chiesa dei Cappuccini di Sant’ Agnello, ma alcuni di essi – fortunatamente pochi – sono finiti anche presso il Museo Barracco di Roma, il Museo Statale di Berlino e la Dumbarton Oaks Collection di Washington D.C.
Malgrado il fatto che si tratti di elementi architettonici di squisita fattura e di grande interesse, allo stato, purtroppo non si è raggiunta ancora una convergenza di opinioni sull’ epoca esatta alla quale far risalire la realizzazione di ciascuno di essi. Proprio parlando delle formelle sorrentine, ad esempio, Roberto Coroneo ha avuto modo di evidenziare: “Esse condividono la sorte critica di tanta parte della scultura di arredo liturgico dell’ Italia meridionale e insulare nei secoli compresi fra il IX e l’XI, relegata al rango di semplice “decorazione”, dunque produzione di registro ornamentale e di tono implicitamente “minore” rispetto alla scultura figurativa, di registro narrativo, prodotta nell’area fra l’XI e il XIII secolo.
La presenza delle formelle e dei plutei sorrentini ora in una monografia sugli Arabi in Italia, ora in un’altra sui Bizantini in Italia, tradisce le diverse valutazioni e fors’ anche l’imbarazzo della critica di fronte a produzioni tecnicamente di qualità altissima, ma “stilisticamente” difficili da collocare, sino alla scelta, raffinata ma complessa, di comprenderli nella mostra sul Futuro dei Longobardi, tenutasi a Brescia nel 2000, certo a suggerirne il rapporto dialettico con la produzione plastica dell’entroterra campano longobardo, però di segno formale del tutto diverso” (6)
A ben vedere, dunque, l’ acceso dibattito che vede interessati i resti della antica Cattedrale di Sorrento, si articola su ipotesi che abbracciano un arco temporale assai ampio e che spazia almeno dall’ IX all’ XI secolo
Rispetto a questo genere di incertezza, che non lascia indenne nemmeno il mondo accademico, risulta azzardata qualsiasi ipotesi.
Questo, a meno che – ferma restando la loro unica provenienza dall’ antico Duomo sorrentino – non si voglia considerare il fatto che non tutti i resti giunti ai giorni nostri abbiano fatto parte di uno stesso momento edificatorio e siano stati invece “innestati”, con il trascorrere degli anni, all’ interno della “chiesa maggiore” per assicurare lo sviluppo di varie fasi decorative e garantirne sempre nuovi abbellimenti.
Ad esempio, l’ epoca in cui furono prodotti i particolari destinati a caratterizzare il recinto presbiteriale, potrebbe essere diversa da quella in cui furono realizzati quelli dell’ ambone, etc.
Questo senza considerare il fatto che uno stesso particolare architettonico (il recinto presbiteriale, l’ ambone, etc) potrebbe essere stato modificato a più riprese, o essere completamente rifatto
Ed è su questo aspetto che si concentra una tesi di laurea elaborata da Linda Vanacore, ed intitolata “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento” (7).
In questo interessante studio accademico, infatti, molto opportunamente, non solo si ipotizzano circa una decina di diverse fasi realizzative dei singoli dettagli architettonici che ci sono rimasti, ma si prospetta anche la possibilità che alcuni degli stessi particolari architettonici (in particolare l’ ambone ed il recinto presbiteriale) possano aver cambiato aspetto nel tempo.
In particolare l’ autrice sofferma la sua attenzione su:
– Una prima campagna decorativa (della quale restano alcuni ruderi del IX secolo) (8)
– La possibile realizzazione di una nuova recinzione presbiteriale (9)
– L’ allestimento di un primo ambone (10)
– Una seconda campagna decorativa ed una ulteriore nuova recinzione (11)
– Una seconda recinzione (12)
– Un’ ultima campagna decorativa (13)
– Un nuovo ambone (14)
Il panorama delle ipotesi convincentemente prospettato è reso più che plausibile dalle conclusioni alle quali giunge la studiosa quando afferma: “Dai dati fin qui esaminati poco o nulla si ricava circa una cronologia dei pezzi che risulta essere abbastanza incerta. Senza dubbio ci troviamo di fronte a una complessa vicenda di ricostruzione e integrazione di arredi sacri che, per il numero elevato e per l’ imponenza delle forme, creano non poche difficoltà al tentativo di recuperare la loro originaria funzione all’ interno della chiesa.
Si tratterebbe di arredi concepiti in un lasso di tempo alquanto breve, se teniamo presente che la maggior parte dei pezzi si situa nel corso dell’ XI sec., come molti studiosi hanno da tempo affermato. E’ stato accertato , attraverso confronti con opere relative a quel periodo, che alcuni dei rilievi, come le formelle o i plutei con animali affrontati del Correale, tanto per citarne alcuni, pur se appartenenti a correnti stilistiche differenti, si inseriscono appieno nella cultura artistica di quel secolo.
Tuttavia la enorme quantità dei reperti ha rivelato l’ esistenza di opere anche anteriori a quel periodo, che denotano l’ interesse di coloro che le realizzarono verso un tipo di scultura, affermatasi nel IX sec., la cosiddetta scultura a intreccio. la cui enorme fortuna proseguì fin nel XII sec. Le lastre sorrentine a cui ci riferiamo, di cui una molto frammentaria, divise tra il Correale e la cattedrale, sono due, le quali raffigurano motivi a intreccio davvero interessanti e che. per lo stile semplice e lineare, si iscrivono in pieno X secolo.
Ma c’ è soprattutto un gruppo di opere che. per la omogeneità della decorazione e per il palese rifarsi a un’ opera attribuita concordemente al X sec., oltre a rappresentare I’ impatto iniziale dei maestri operanti a Sorrento, nei confronti di un’ arte che non sarà mai ripetitiva e di uno specifico tipo di arredo liturgico, darà esiti particolarmente felici ed efficaci, ricchi di novità per il futuro. Quando si parla di opere quali i tre plutei frammentari con decorazione a intreccio, si comprende chiaramente come essi traggano diretta ispirazione dalle lastre di recinzione dell’ Oratorio di S. Aspreno a Napoli, opera appunto riferita in genere al X sec.
Ciò restringe evidentemente la datazione dei tre rilievi sorrentini. che non deve essere molto lontana da quella dei plutei napoletani e quindi aggirarsi intorno alla fine del X – inizio XI sec. Tale cronologia verrebbe avvalorata dal fatto che i plutei con decorazione a intreccio. rappresenterebbero i perfetti precedenti, per gli spunti iconografici offerti, di rilievi come le formelle, la cui appartenenza all’ XI secolo non sembra essere più fonte di disaccordo tra gli studiosi.
Gli avvenimenti importanti riguardanti la storia della chiesa sorrentina. tra i quali spicca la sua erezione a Metropolia, trovano il loro giusto inquadramento nell’ XI sec. , momento a cui abbiamo detto riferirsi la maggior parte dei pezzi.
Che ciò sia solo una coincidenza non è certamente possibile. Anzi si tratta di una prova fondamentale della tesi che cosi tante opere di pregevole fattura dovessero servire a uno scopo preciso: celebrare, con solennità e ricchezza, un simile evento.
Quali opere migliori se non amboni riccamente elaborati o iconostasi imponenti potevano creare uno spettacolo di grandiosa bellezza?
E’ in questo clima denso di stimoli che si manifesta il proliferare di opere come le formelle, di cui non si hanno eguali, i pilastrini del Correale e i plutei con animali affrontati dello stesso museo che, in fatto di imponenza delle forme, rappresentano il massimo risultato ottenuto in questo senso.
Divenuta la cattedrale centro vitale della vita religiosa, con alle dipendenze numerose sedi suffrageanee. il clero sorrentino vi svolgeva all’ interno innumerevoli celebrazioni alle quali accorrevano numerosi i fedeli. Era necessario quindi mantenere inalterato quello stato di severa e maestosa dignità che tali opere emanavano.
E’ facile intuire come in simili circostanze, si attuassero di continuo lavori di costruzione, ricostruzione, abbellimento etc, affinché quello scopo tosse conseguito.
Sarebbe questa una spiegazione sufficiente a farci comprendere la concentrazione di cosi tante opere in un solo secolo e il susseguirsi nel tempo della costruzione di arredi sempre più elaborati.
La lunga ricerca artistica fatta dai maestri sorrentini, prosegui fino all’ ideazione finale di opere attestanti il raggiungimento di uno stile raffinato e di una tecnica particolarmente complessa.
Infatti il pluteo con leonessa della cattedrale attribuibile alla fine dell’ XI sec., o le lastre triangolari con pistrice, per le quali si parla di XII sec., mostrano i segni di una maturità artistica non indifferente, giunta a tali livelli grazie alla messa in opera dei rilievi precedenti, illustrando chiaramente il percorso di una evoluzione iniziata fin dal X sec.”  (15)
Qualora le ipotesi avanzate risultassero fondate, dunque, ci sarebbero tutte le ragioni per ritenere che i ruderi in questione ci conservino una parte delle metamorfosi che videro interessato il Duomo sorrentino durante il Medioevo.

Fabrizio Guastafierro

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Note:
1 Tra quelli più significativi si segnalano:
– Maria Teresa Tozzi, Sculture medioevali nell’antico duomo di Sorrento, Roma 1931.
– Armando Ottaviano Quintavalle, Plutei e frammenti d’ambone nel Museo Correale a Sorrento, in “Rivista del R. Istituto d’Archeologia e Storia dell’Arte”, III 1931-32, da pagina 160 a pagina 183.
– Wolfang Fritz Volbach, Oriental Influences in the Animal Sculpture of Campania, “The Art Bulletin”, XXIV 1942, da pagina 174 a pagina 178.
– Anna Grelle, Frammenti medioevali nella cattedrale di Sorrento, Napoli 1962.
– Carlo Ebanista, Inediti elementi di arredo scultoreo altomedievale da Sorrento, “Rendiconti della Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti”, n.s., LXX 2001, da pagina 269 a pagina 306.
– Roberto Coroneo, Le formelle marmoree di Sorrento, in Medioevo mediterraneo: l’occidente, bisanzio e l’islam. atti del convegno internazionale (Parma), Electa, 2007 da pagina 489 a pagina 495. E’ da sottolineare che, in quest’ ultima opera, sono contenuti anche una serie di ulteriori interessantissimi rinvii bibliografici

2 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo).

3 Tra le opere più significative si segnalano
– Riccardo Filangieri di Candida, Sorrento e la sua penisola, Bergamo 1917, da pagina 88 a pagina 95.
– É. Bertaux, L’art dans l’Italie méridionale, I, Paris 1903, p. 80. Cfr. anche V. Kienerk, in L’art dans l’Italie méridionale. Aggiornamento dell’opera di Émile Bertaux sotto la direzione di Adriano Prandi, Roma,1978, alle pagine 255 e 256.
– A. Venturi, Storia dell’arte italiana, III, L’arte romanica, Milano 1904, alle pagine 528 e 529.
– P. Toesca, Storia dell’arte italiana. Il Medioevo, Torino 1927, p. 442, nota 21, pp. 849, 908, nota 78.

4 In questo ambito sono sicuramente da segnalare:
F. Aceto, Pittura e scultura dal Tardo-antico al Trecento, in Storia del Mezzogiorno, XI, 4, Napoli 1993, pp. 322-323;
F. Abbate, Storia dell’arte nell’Italia meridionale. Dai longobardi agli svevi, Roma 1997, pp. 84-86.
M. Rotili, L’arte a Napoli dal VI al XIII secolo, Napoli 1978, pp. 51-52;
F. Gandolfo, La scultura normanno-sveva in Campania. Botteghe e modelli, Roma-Bari 1999, pp. 9-11;
R. Coroneo, Scultura mediobizantina in Sardegna, Nuoro 2000, pp. 162-166.
F. Gabrieli-U. Scerrato, Gli Arabi in Italia, Milano 1979, pp. 361-362, figg. 393-394, 398-401, p. 459, fig. 512.
R. Farioli Campanati, La cultura artistica nelle regioni bizantine d’Italia dal VI all’XI secolo, in I Bizantini in Italia,Milano 1982, pp. 256-257, schede 144-148, 151.
V. Pace, Scultura dell’Alto Medioevo a Sorrento, in Il futuro dei Longobardi. L’Italia e la costruzione dell’Europa di Carlo Magno Catalogo della mostra, a cura di
G. Bertelli, G.P. Brogiolo, Milano 2000, pp. 449-450, schede 429, 431-432.

5 Francesco Gandolfo, “Considerazioni a margine di alcune sculture medievali di Sorrento”, in Nea Rhome – Rivista di ricerche bizantine, Volume II Studi di amici e colleghi in onore di Vera von Falkenhausen (2005), da pagina 277 a pagina 287.

6 Roberto Coroneo, Le formelle marmoree di Sorrento, in Medioevo mediterraneo: l’occidente, bisanzio e l’islam. atti del convegno internazionale (Parma), Electa, 2007, pagina 489.

7 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo).

8 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 166 a pagina 170.

9 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 171 a pagina 177.

10 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 178 a pagina 187.

11 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 188 a pagina 194.

12 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 195 a pagina 199.

13 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 200 a pagina 205.

14 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 206 a pagina 210.

15 Linda Vanacore, Tesi di laurea in storia dell’ Arte Medioevale su “Gli arredi marmorei medioevali dell’ antica cattedrale di Sorrento”, discussa nell’ anno accademico 1996-1997, presso l’ Istituto Universitario di Magistero Suor Orsola Benincasa, al termine del corso di Laurea in Conservazione dei Ben Culturali (relatore Prof. Francesco Gandolfo) da pagina 211 a pagina 215