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Un presepe nel Chiostro della Chiesa del Carmine di Sorrento (8)

Tra i tanti presepi che si possono visitare a Sorrento, durante le festività natalizie, figura anche quello allestito nel Chiostro della Chiesa del Carmine.
Esso, a differenza di quelli ospitati nelle altre chiese sorrentine, non è stabile, ma viene completamente rifatto ogni anno.
Nello spazio adiacente il Santuario dedicato alla Madonna Bruna del Carmelo di Sorrento (è questo uno dei modi con i quali, per l’ appunto si indica anche la Madonna del Carmine), laddove una volta passeggiavano i frati dell’ omonimo convento, durante le festività di natale viene realizzato – anno dopo anno – un nuovo scoglio presepiale che ha circa quaranta metri quadrati di superficie.
Il compito di preparare il tutto è affidato a Gino Esposito, che a Sorrento affettuosamente chiamano “il ciuotto” e che preferisce l’ utilizzo dei ceppi di castagno a quello del più comune sughero.
E’ una particolarità questa che se, da una parte, rende più impegnativo il lavoro di quello che viene considerato come uno dei “maestri del presepe sorrentino”, dall’ altra rende i suoi lavori particolarmente suggestivi
E suggestiva è anche l’ idea, frequentemente utilizzata, di realizzare scorci e vedute panoramiche di Sorrento com’ era un tempo. Spesso è accaduto che i visitatori abbiano potuto ammirare quella Piazza del Castello sulle cui rovine è sorta, ampliandosi, l’ odierna Piazza Tasso.
E’ una idea – quella di utilizzare, per l’ appunto, la ricostruzione dell’ antica Sorrento – la cui materializzazione si può ammirare anche osservando altri presepi (come ad esempio quello presente nella Basilica di Sant’ Antonino), ma che in, questo caso, risulta essere comunque originale proprio in ragione del fatto che ogni anno si può rimanere ipnotizzati da una nuova versione della Sorrento che fu.
L’ assenza di pastori di particolare pregio (che si aggira attorno alle 200 unità) non toglie nulla alla bellezza di un’ opera che riesce a fondere il calore dell’ atmosfera natalizia a quello derivante dal richiamare alla mente la Sorrento di epoche antiche.
E anche quando lo scoglio presepiale di Gino Esposito non rispetta questo genere di “copione”, si rimane comunque ammirati.
Fedele, in ogni caso, è la costruzione del presepe in ossequio alla tradizione napoletana. Le opere del maestro Gino Esposito, infatti, sono allestite tenendo presente l’ esigenza di realizzare almeno tre scene principali: quella – quasi sempre centrale – della Natività; dell’ Annunzio della nascita del Redentore ai Pastori – che numerosi accorrono alla capanna e, infine, della taverna che consente di apprezzare spaccati di autentica napoletanità in un contesto che, viceversa, dovrebbe assumere connotati orientali.
Animato da grande spirito di sacrificio, Gino Esposito è sostenuto con ferma convinzione da Padre Giuseppe M. Russo (Priore del Convento del Carmine di Sorrento).
Quest’ ultimo, proprio in occasione delle festività natalizie, oltre ad incentivare la realizzazione dispone l’ edizione di un opuscolo che contiene il calendario delle Celebrazioni liturgiche natalizie e quello delle manifestazioni esterne.
La gradevole brochure di quest’ anno riporta anche il testo dell’ antica Canzone di Capodanno che si canta a Sorrento, nel rispetto di consolidate tradizioni.
Fabrizio Guastafierro