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Le Famiglie nobili di Massa Lubrense

a cura di Fabrizio Guastafierro
Il patrimonio storico che Riccardo Filangieri di Candida ha restituito a Massa Lubrense ed alla intera Penisola Sorrentina grazie ai suoi studi, alle sue ricerche ed alle sue pubblicazioni ha un valore inestimabile.
Altrove abbiamo qualificato la Storia di Massa Lubrense(1) di questo insigne personaggio come una vera e propria “pietra miliare” nel lavoro di ricerca storiografica dedicata a questo territorio e, più in generale alla Terra delle Sirene.
Il suo, infatti, non è solo un semplice lavoro di sintesi e di lieve approfondimento di precedenti pubblicazioni dedicate allo stesso argomento(2), ma un’ opera che al genere di attività cui si è appena fatto riferimento, unisce quello – preziosissimo – della indagine sul fronte archivistico e documentale (al quale l’ autore era quasi naturalmente vocato).
Si tratta di un’ opera esauriente, completa e puntuale, rispetto alla quale, tra l’ altro, – anche alla luce della distruzione dell’ Archivio della Cancelleria Angioina(3) – difficilmente, sarà possibile aggiungere qualcosa in futuro.
Tra gli aspetti più significativi della pregevole attività scientifica portata avanti dal Filangieri, però, in questa sede, sembra opportuno sottolineare l’ importanza del metodo prescelto per proporre, in maniera corretta, il materiale gentilizio, araldico e biografico, ritenuto attinente a questa realtà territoriale.
In questo senso, quindi, la sintetica premessa dello stesso Riccardo Filangieri di Candida, non solo appare esauriente e puntuale, ma consente di cogliere gli aspetti più significativi per leggere la storia delle famiglie nobili di Massa Lubrense.
L’ autore, infatti, puntualizza:
A Massa non vi è mai stata una vera e giuridica separazione di ceti, tuttavia molte famiglie nobili fin da tempi antichi vi han vissuto da nobili, ed hanno in seguito goduta nobiltà nei seggi di altre piazze, soprattutto in quelli della capitale, ove in gran numero si trasferirono nel XVI secolo.
Alcune son divenute feudatarie o si son segnalate per uomini illustri, per insigni azioni, per grado sociale.
Una conquista della classe eletta dei cittadini fu quella del 1598, per la quale si ottenne che soltanto 40 individui, prescelti dalle principali famiglie, potessero sedere nel Parlamento cittadino. In seguito troviamo talvolta il titolo di patrizio massese ed il Persico parla del seggio dove si congregavano i patrizi. Ma tutto ciò non va inteso letteralmente dacchè non si può mai parlare di una piazza nobile in Massa; invece bisogna intendere il vocabolo patrizii nel suo prisco significato di patres, come furon detti al tempo di Roma antica i reggitori della cosa pubblica. Ed il seggio altro non era che il già noto parlamento, le cui mansioni erano semplicemente amministrative, senza alcun carattere di consesso di classe.
E soltanto verso la fine del XVIII secolo che, negli atti dello stesso parlamento troviamo distinzione per la prima volta fra tre ceti; parlandosi di una convocazione indetta per il 26 marzo 1793 «affine di eleggersi tre deputati, cioè uno del primo ceto, un altro del secondo, ed un altro del terzo ceto» per esigenze amministrative. Ma dinnanzi a questa sola e così tarda testimonianza, dobbiamo ritenere per fermo che non mai si tratti di una vera separazione avente effetti giuridici, bensì di un ordinamento venuto su lentamente a somiglianza di altre maggior città, di fatto e non per legge, per opera dei tempi e delle tendenze aristocratiche delle principali famiglie massesi che tenevano da sole, negli ultimi tempi, il governo dell’ Università. Pochi anni dopo ogni distinzione di classe, anche formale, spariva, con le istituzioni di Francia.
Non essendo quindi possibile una classificazione delle famiglie per ceti, le aggrupperò con criteri di origine, di antichità e d’ importanza.
E così tratterò prima di quelle famiglie di origine massese o stabilite in Massa prima del secolo XVI, che ebbero una certa parte nella storia o nella vita della città; quindi farò cenno di quelle famiglie, anche di origine massese o stabilite del secolo indicato, ma che vissero in minor luce; ed in ultimo di quelle famiglie di origine forestiera, che si stabilirono in Massa dal secolo XVI in poi.
Presumendo che lo stesso cognome nella stessa università denoti comunanza di origine, non tenterò alcuna selezione di famiglie aventi lo stesso casato, cosa che d’ altra parte per la gran diffusione dei cognomi e per la deficienza di date genealogici sarebbe impossibile. Onde citerò sotto ciascun casato tutti gli uomini che lo portarono e che in un modo qualsiasi si distinsero. Di quegli uomini notevoli che nacquero in Massa da famiglie non massesi, o altrove da famiglie massesi di cui non si farà menzione, dirò separatamente in fin di questa parte
”.
Queste le indicazioni di Filangieri riferite alle famiglie considerate più prestigiose:

Famiglie di Massa Lubrense e le famiglie stabilitesi a Massa Lubrense prima del Cinquecento che ebbero un ruolo significativo nella storia e nella vita della città  
 
D’ Accetto Ciuffo De Marino De Pastena o De Pastina Spano  
Amitrano o De Metrano Festinese De Martino Perrella Storace  
D’ Apreda Fontana Mollo Persico o De Perso Tizzano  
D’ Aveta De Gennaro Manforte o Monteforte Pisani Turbolo  
Bozzaotra Liparulo Morbillo o Morbilli Pulcarelli o Portarelli De Turro o de Turris  
Cacace Maggio o De Maio Orsi o D’ Urso Romano Vespoli  
Caccaviello Maldacea Palma o De Palma Schisano Vicedomini  
Cangiano De Mari Palombo o Palombi Scoppa o Schioppa Vinaccia  
Caputo De Maria Parancandolo o Palesandolo De Simone, Simeone o Simeoli    

 

Tra le altre famiglie alle quali Filangieri non ritiene di attribuire un ruolo di primo piano figurano le seguenti:

Famiglie di Massa Lubrense e le famiglie stabilitesi a Massa Lubrense prima del Cinquecento che non ebbero un ruolo significativo nella storia e nella vita della città  
 
D’ Accetto Cacace Festinese Maldacea Mollo  
Amitrano o De Metrano Caccaviello Fontana De Mari Manforte o Monteforte  
D’ Apreda Cangiano De Gennaro De Maria Morbillo o Morbilli  
D’ Aveta Caputo Liparulo De Marino Orsi o D’ Urso  
Bozzaotra Ciuffo Maggio o De Maio De Martino    

Volendo proporre un riepilogo delle principali famiglie indicate da Riccardo Filangieri di Candida, in ordine alfabetico, si ha il seguente elenco:
Famiglia D’ Accetto
Famiglia De Agata
Famiglia Amitrano o Famiglia De Metrano
Famiglia D’ Apreda
Famiglia Aurimondo
Famiglia D’ Aveta
Famiglia Bozzaotra
Famiglia Cacace
Famiglia Caccaviello
Famiglia De Calenda
Famiglia Cangiano
Famiglia Cannabaro o Famiglia Cannavale
Famiglia Caprile
Famiglia Caputo
Famiglia De Casa
Famiglia Cerleone, Famiglia Ciarlone o Famiglia Carlone
Famiglia Ciuffo
Famiglia Cotogno, Famiglia Catognolo, Famiglia Catorzolo o Famiglia Coraggio
Famiglia Fasulo
Famiglia Festinese
Famiglia Fontana
Famiglia De Gennaro
Famiglia De Labriola
Famiglia Liparulo
Famiglia Maggio o Famiglia De Maio
Famiglia Maldacea
Famiglia De Mari
Famiglia De Maria
Famiglia De Marino
Famiglia De Martino
Famiglia Mollo
Famiglia Manforte o Famiglia Monteforte
Famiglia Mascambruno, Famiglia Moscandrone
Famiglia Morbillo o Famiglia Morbilli
Famiglia De Marzano
Famiglia Muscettola o Famiglia Moscetta
Famiglia De Nubila o Famiglia de Anubula
Famiglia Orsi o Famiglia D’ Urso
Famiglia Palma o Famiglia De Palma
Famiglia Palombo o Famiglia Palombi
Famiglia Parancandolo o Famiglia Palesandolo
Famiglia De Pastena o De Pastina
Famiglia Perrella
Famiglia Persico o Famiglia De Perso
Famiglia Piccioli
Famiglia Pisani
Famiglia Pulcarelli o Famiglia Portarelli
Famiglia Romano
Famiglia De Scanzano o Famiglia Schiazzano
Famiglia Schisano
Famiglia Scoppa o Famiglia Schioppa
Famiglia Severino
Famiglia De Simone, Famiglia Simeone o Famiglia Simeoli
Famiglia Spano
Famiglia Storace
Famiglia Terminiello
Famiglia Tizzano
Famiglia Turbolo
Famiglia De Turro o Famiglia de Turris
Famiglia Vespoli
Famiglia Vicedomini
Famiglia Vinaccia
NOTE:
(1) Riccardo Filangieri di Candida, Storia di Massa Lubrense, pubblicato a Napoli nel 1910 e ristampato da Arte Tipografica di Napoli nel 1974 (dalla pagina 305 alla pagina 366).
(2) Tra le opere di maggiore significato si segnalano:
Gennaro Maldacea, Storia di Massa Lubrense, pubblicato dalla Tipografia Flautina a Napoli nel 1840;
Giovan Battista Persico, Descrittione della Città di Massa Lubrense mandata in luce dal dottore Gio: Battista Persico Avvocato de poveri della sopta Città composta da un patrizio dell’ istessa Famiglia, Stampato per Francesco Sauio dalla Corte Arcivescovile nel 1644
(3) “I Registri della Cancelleria Angioina ricostruiti da Riccardo Filangieri con la collaborazione  degli Archivisti Napoletani” – I volume ristampato presso l’ Accademia Pontaniana di Napoli nel 1963. Prefazione a Pag. VII.