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28) Edilizia sulle strade nuove di Sorrento

L’edilizia sulle nuove arterie
La maggior parte degli edifici ottocenteschi sorrentini, costruiti sulle nuove arterie frutto del “taglio” ottocentesco, sono il risultato di riadattamenti di edifici precedenti, mentre sono pochi quelli costruiti ex novo(1). Tra essi, vi sono alcuni palazzi di un certo interesse che ripropongono la moda dell’epoca d’imitazione del “gusto pompeiano” che già a Napoli aveva trovato terreno fertile proprio nella seconda metà dell’Ottocento, caratterizzando l’edilizia delle strade più panoramiche della città(2). A Sorrento, tra i palazzi che rispecchiano maggiormente il nuovo stile pompeiano,  quello più in vista è al n.111 di Corso Italia e presenta una ricercata decorazione, con la facciata del pianoterra ritmata da colonne di ordine tuscanico in muratura (Foto 111);  mentre al primo ed unico piano, lesene ioniche scandiscono i balconi (Foto 112), sovrastati da timpani triangolari dipinti a grottesche e mascheroni (Foto 113). Un’impronta più marcatamente in “stile pompeiano” la si riscontra anche nell’attuale  ristorante “La Villa Pompeiana”. Il complesso, sorto nella seconda metà del secolo sulla zona dell’antichissimo monastero di S. Vincenzo, mostra all’interno vaste sale coperte da volte a botte, dipinte a grottesche e, alle pareti, pannelli che imitano il “IV stile pompeiano”. Esternamente, vi è l’elegante portico, scandito da colonne ioniche (Foto 114) ed una decorazione di acroteri di cotto a stampiglia, in forma di palmette sul tetto, completa la ricca cornice naturale del luogo (Foto 115). Tra gli edifici di un certo interesse costruito ex novo, vi è  quello al n. 44 del Corso Italia che ha la facciata affrescata con medaglioni e grottesche in monocromo su un fondo rosso scuro (Foto 116;117); mentre nel portale d’ingresso (Foto 118) reca sulla sommità un bassorilievo con puttini (Foto 119). Questa tipologia edilizia, denota senza dubbio, un tipo di committenza borghese che a disagio si accosta ad edifici condominiali di notevole altezza e di dubbio gusto estetico, che purtroppo già dalla fine dell’Ottocento, hanno deturpato parte del centro storico e del borgo. Altro esempio di costruzione ottocentesca, ma che questa volta perfettamente inserita nel tessuto antico, è il palazzo sito al n. 32 di via Tasso, con una importante scenografia e ariosa scala interna (Foto 120).
Note:
1) Ben diverso, è invece, il discorso sull’ edilizia religiosa che in questo periodo, a differenza dei secoli precedenti, è interessata solo dall’opera di demolizione per non intralciare le nuove esigenze urbanistiche del nuovo piano regolatore e conferire alla città un aspetto più ordinato. Alcune cappelle nobiliari, come quella di S.Maria de Arciafellis di proprietà dei Correale e la cappella di S.Maria di Costantinopoli, entrambe in piazza Tasso, furono demolite in occasione dell’ apertura del Corso Italia. Cfr. B. capasso, op. cit., pag.51.
2) Sulla riviera di Chiaia, è ben noto ad esempio, il palazzo del Duca di S.Teodoro, progettato dall’architetto toscano Guglielmo Bechi, dove anche gli interni erano decorati alla “pompeiana”. A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi, 1961, pagg.178-182.

© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’EDILIZIA CIVILE A SORRENTO”, discussa dal Dott. Paolo Ziino, nell’ anno accademico 2004/2005 presso la Facoltà di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (Corso di laurea in conservazione dei beni culturali). Relatore Prof. Francesco Divenuto.

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