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6) Sorrento, lo sviluppo catalano-durazzesco

2.2 L’architettura durazzesco-catalana negli edifici civili
A cavallo tra XIV e XV secolo
, sotto la dinastia durazzesca, conclusasi con Giovanna II (1414-1435) e successivamente la catalano-aragonese, il regno di Napoli fu meta di maestranze inserite nella cultura spagnola(4). Questo gusto influenzò tutti i settori dell’arte, espandendosi in Campania, probabilmente fin dall’inizio del XIV secolo, quando la presenza dei catalani era riscontrabile sia nel settore culturale che in quello commerciale e che culminò nel regno di Alfonso V d’Aragona (1442-1458). Le più importanti fabbriche del regno furono affidate ad architetti e lapicidi di origine iberica, artefici del tardo gotico spagnolo del ‘400, affiancati sia da maestranze locali, sia da artisti toscani assertori del nuovo linguaggio classicistico(5). In questo periodo i canoni dell’architettura catalana furono così, assorbiti anche dalle province del regno, dove spesso si fusero con tendenze locali. Nel centro storico di Sorrento esistono numerosi elementi, in particolare i portali, che testimoniano l’esistenza di antichi edifici civili, rispondenti a tale gusto. Questi infatti, oltre ad essere elementi che caratterizzano un edificio, sono meno soggetti ad alterazioni e ne denotano lo stile in mancanza di date sicure(6). Il portale catalano è caratterizzato da un arco depresso inquadrato in una cornice rettangolare incurvata a giogo (o portale a corona),(7) proprio come si riscontra nell’ex Palazzo Correale  (Foto 18). La casa al n. 24 di via Pietà (Fig.3), sembra sia appartenuta alla nobile famiglia Correale fino alla metà del XVI secolo, finché non fu acquistata dall’abate Don Antonio de Persio nel 1610(8) per istituirvi un “ritiro per le povere orfanelle” intitolato a S. Maria della Pietà. Il palazzo conserva elementi tardo-gotici nelle quattro finestre tutt’ora esistenti; tre di esse si affacciano su via Pietà e presentano caratteristiche diverse. Due sono bifore, sostenute da due esili colonnine con capitelli fioriti; un ricco motivo di rosoni polilobati decora le lunette, (Fig.4 e Foto 19) mentre sull’arco a sesto acuto, che racchiude la bifora, è scolpito un giglio in segno di devozione verso il re(9) (Foto 20). Analoghe caratteristiche si possono riscontrare in una bifora situata nel vestibolo di Castelnuovo, che presenta i capitelli e la decorazione scolpita a bassorilievo, simile alle finestre dell’ex Palazzo Correale(10). La terza finestra è in stile gotico fiammeggiante, “a punta di noce”, dove si evidenzia nella chiave dell’arco lo stemma della famiglia sorrentina ed ancora i tipici capitelli catalani(11) ( Fig.5 e Foto 21). La quarta ed ultima è una monofora e al pari di quella gotico fiammeggiante della facciata, è collocata sul vicolo Galantario, quasi nascosta da due contrafforti che puntellano il Palazzo Correale con quello posto accanto. Essa presenta fasci di colonnine come piedritti, sormontati da capitelli fioriti (Foto 22) che ricordano molto da vicino altri pilastri venuti alla luce nel convento di S. Francesco a Sorrento(12). Il palazzo nel corso dei secoli ha subito vari rifacimenti che ne hanno alterato la struttura originaria. Infatti oggi è sede di una scuola materna ed elementare e le esigenze scolastiche ne hanno profondamente mutato gli interni, mentre la facciata in pietra, è completamente spoglia e priva di decorazione. Al n.11 di vico S. Aniello, si trova un portale analogo all’ex Palazzo Correale, ma che differisce da quest’ultimo, per la presenza di piccoli capitelli fiammeggianti, che si innestano sulla cornice rettangolare esterna che racchiude l’arco (Foto 54). Esso trova uno stretto confronto con il portale di via S. Pellegrino a Napoli, che però presenta una mondanatura più ricercata nell’arco(13) (Fig.6). Al n.11 di via dell’Accademia, è sito un portale (Foto 40) rispondente al tipo napoletano di via S. Pellegrino, con la variante di esili semi-colonnine tortili sui piedritti (Foto 41) che sostengono l’arco depresso; anche al n. 3 dello stesso decumano, si trova un portale simile al precedente, ma meno elaborato, probabilmente più tardo (Foto 42). In piazza S. Francesco sorge il palazzo appartenuto alla famiglia Marziale, che presenta un ampio portale, rispondente ai canoni durazzesce-catalani, ma privo di caratteri particolari(14) (Foto 43). In via delle Grazie n. 16, dove si trovava l’ex Palazzo Ferola, vi è uno dei più ricchi portali esistenti nel centro storico di Sorrento (Foto 37): esso infatti, presenta uno stemma in chiave (Foto 39) ed un ornato di foglie (o “entrelacs”) lungo il giro della ghiera (Foto 38), elemento di gusto tipicamente islamico(15). Il palazzo oggi è un cantiere aperto, dove i locali interni, sono oggetto di lavori di ammodernamento e l’unico elemento superstite dell’antica struttura è il citato portale.
Note:
4
Lo stesso Roberto d’Angiò aveva sposato ben due principesse aragonesi; ciò portò un grosso flusso di nobili e cavalieri di origine catalana in molte città del regno.  Cfr. C. De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento, Bari 1973, pagg. 124-175; V. Russo, Sorrento medievale, Sorrento,1978, pag. 17.
5 Cfr. A. Venditti, Presenze ed influenze catalane nell’architettura del regno d’Aragona, in “Napoli Nobilissima”, vol. XIII, fasc. I, Napoli, 1974; R. Pane, Il Rinascimento nell’Italia meridionale, Milano, 1975 cap. III, vol. I. C. Robotti, Un’ Acropoli sul mare da “La terra delle Sirene”, Sorrento 1981, pag. 5.
6 Cfr. Ad esempio i numerosi casi di negozi sorrentini che per allargare il vano vetrina hanno sacrificato un elemento così importante; in molti di questi casi l’androne originario è leggibile nelle volte dei negozi stessi. Ci sono ancora casi, in cui la moda iniziata verso il XVIII secolo di ricoprire di stucchi le facciate degli edifici, ha obliterato fornici di finestre e portali che solo in alcuni casi di restauro radicale, sono ritornati alla luce.
7 A. Venditti, op. cit., pagg. 14-15.
8 “ Come risulta dall’atto di fondazione stipulato dal notaio Giulio Cesare Galano il 20 aprile 1618. Cfr. Sorrento e Tasso, album per il terzo centenario della morte di Torquato Tasso, Sorrento, 1895 pag. 7; P. Ferraiuolo, op. cit., pagg. 101-103.
9 AA. VV., Sorrento e Tasso, Album cit., pagg. 7-8; R. Pane, Sorrento e la costa, cit., pag. 104 e nota 28, pag. 113 e fig. pag. 96.
10 R. Pane, Il Rinascimento cit. pag. 188.
11 P. Ferraiuolo, op cit., pag. 106.
12 P. Ferraiuolo, op. cit., pag. 78.
13 Precursori dei portali sorrentini sono quelli posti nel corridoio sottostante la sala dei Baroni, all’interno di Castelnuovo e costruiti precedentemente alla venuta di G. Sagrera che curò la ricostruzione in epoca aragonese. Cfr.R. Pane, Sorrento cit., nota 30 a pag. 114; A. Venditti, op. cit., pag. 12.
14 B. Capasso, Tasso a Sorrento, Napoli 1866 pag.78; R. Pane, Sorrento, cit., nota 30 pag. 114.
15 C. Robotti, op. cit., pag. 5.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’EDILIZIA CIVILE A SORRENTO”, discussa dal Dott. Paolo Ziino, nell’ anno accademico 2000/2001 presso la Facoltà di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (Corso di laurea in conservazione dei beni culturali). Relatore Prof. Francesco Divenuto.
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