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RUEC di Sorrento, Promozione dell’ ambiente naturale e agricolo

CATEGORIA PRESTAZIONALE B
PROMOZIONE DELL’AMBIENTE NATURALE E AGRICOLO
SCHEDA B1: AREE NATURALI
1. Definizione: La tutela delle aree naturali, cioè delle aree non edificate e non alterate da profondi processi di trasformazione del suolo, costituisce un obiettivo prioritario di interesse pubblico in quanto patrimonio della collettività e della struttura geomorfologica e naturalistica dell’ambiente della città.
Gli strumenti urbanistici definiscono la delimitazione, le finalità e le norme di tutela delle aree naturali.
2. Livello di prestazione: In linea generale l’obiettivo della tutela si esplica attraverso interventi di conservazione, miglioramento e promozione del complesso strutturale delle aree naturali costituito dai caratteri geologici, geopedologici, idrologici, fisico-chimici e morfologici del suolo, dalla tipicità e qualità della flora, dalla presenza e habitat della fauna, dalla storicità della formazione e dalla ricorrenza colturale, anche in relazione al paesaggio urbano.
Gli interventi consentiti devono tendere a restituire o a conseguire elevati livelli di qualità naturale di tali aree anche attraverso opere di sistemazione o di riqualificazione ambientale secondo le tecniche della bio-ingegneria e l’eliminazione di elementi di degrado (discariche, rifiuti, sostanze nocive, impianti tecnici in disuso, vegetazioni infestanti, …).
La conoscenza delle caratteristiche del suolo e le indagini dirette costituiscono la metodologia corretta per ogni intervento, al fine di individuare le qualità tipiche e le variabili ambientali di ogni luogo e di conseguenza le opere più opportune. Pertanto ogni progetto di intervento deve derivare da un’attenta lettura e da un’analisi puntuale di tali caratteristiche che saranno documentate negli elaborati di rilievo.
Il requisito può intendersi soddisfatto se si raggiungono i seguenti obiettivi:
• consolidamento del sottosuolo: le indagini geognostiche possono fornire gli elementi di conoscenza indispensabili a definire la necessità di consolidamento del sottosuolo dovuta alla presenza di cavità, naturali o artificiali, alle condizioni tettoniche, alle alterazioni avvenute sulla stabilità.
Gli interventi devono tendere a ricostituire gli equilibri statico-geologici per rendere stabile il sottosuolo. Non sono comunque consentiti interventi di consolidamento con palificate, setti o muri di calcestruzzo.
• consolidamento del suolo: le indagini geomorfologiche possono fornire gli elementi di conoscenza indispensabili a definire la necessità di consolidamento del suolo dovuta alla presenza di movimenti di massa,
erosione, frane, depressioni, a fenomeni di instabilità dei versanti o di piani di scivolamento. La sovrapposizione e l’alternanza temporale di strati superficiali di provenienza eterogenea, spesso dovute a residui, scorie, sottoprodotti di lavorazioni, rifiuti da discarica, costituisce un approfondimento necessario per definire, per aree più limitate, gli interventi di ricostruzione pedologica.
Gli interventi devono tendere a riconsolidare gli strati geologici superficiali, ad eliminare i riporti di scorie o di materiali non autoctoni, a ricostruire un substrato idoneo agli interventi compatibili. Per i piccoli e medi pendii si farà principalmente ricorso a tecnologie naturali quali le fascinate, le palificate vive, i gabbioni rinverditi, l’inerbimento per semina.
• regimentazione delle acque: le indagini relative all’idrologia superficiale e sotterranea, tese a stabilire la condizione e l’ubicazione delle falde acquifere, la presenza di pozzi, sorgenti, canalizzazioni e reti di scolo delle acque, la capacità di drenaggio delle acque meteoriche e l’interpretazione del loro deflusso, costituisce conoscenza determinante ai fini della difesa del suolo da fenomeni di instabilità per erosione e dilavamento e di tutela delle falde freatiche.
Ogni intervento, sulla base delle indagini sopraindicate, dovrà rispondere all’esigenza di regimentazione delle acque superficiali e sotterranee, all’eliminazione di scarichi di acque luride, al controllo dell’efficienza dei letti
delle falde acquifere o di eventuali reti e canalizzazioni di acque domestiche presenti: anche in questo caso non è consentito l’uso di manufatti cementizi superficiali.
• cave: le cave in disuso devono essere oggetto di consolidamento con lo stesso materiale. L’impianto della vegetazione deve essere attentamente studiato non solo al fine del consolidamento, evitando essenze con impianti radicali dirompenti, ma anche in relazione alla ricostituzione del paesaggio naturale, facendo ricorso ad essenze tipiche della zona sulla base di un progetto organico di impianto vegetale.
Le cave “a fossa” possono essere riempite con materiali inerti e terreni vegetali, previa indagine di raccolta e deflusso delle acque meteoriche e sotterranee.
• piantumazioni pregiate: le essenze arboree, arbustive e floreali di pregio, che costituiscono elementi caratterizzanti il paesaggio, devono essere conservate in sito e, laddove necessario, essere oggetto di interventi di restauro fitologico.
Sono inoltre oggetto di tutela le aree di pertinenza delle alberature ad alto fusto relative sia all’apparato radicale che a quello aereo, per una circonferenza, misurata dal centro teorico del tronco dell’albero (rilevato ad 1,00 m dal colletto), pari a 8 volte il diametro del tronco in quel punto. In tale aree è vietato renderle impermeabili con pavimentazioni o altre opere, depositare materiali di risulta, inquinarle con scarichi di acque, effettuare ricarichi superficiali di terreno o materiale organico di spessore maggiore di cm 20.
L’abbattimento o l’estirpazione abusiva di piantumazioni di pregio sono oggetto di sanzione di cui all’art. 73 del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale di Sorrento. L’eventuale necessità di abbattimento di essenze pregiate dovrà essere denunciata ai sensi degli artt. 26 e 27 del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale di Sorrento.
• pavimentazioni: in generale le pavimentazioni delle aree aperte (cortili, strade, aree di pertinenza, piazzali, …) devono assicurare il deflusso e la regimentazione delle acque meteoriche: sono perciò escluse tutte le pavimentazioni impermeabilizzanti (bituminose, a base plastica, cementizie, ..). Le pavimentazioni in blocchetti di cemento precolorato sono consentite purché intervallate da corsetti di drenaggio e permeabilità delle acque meteoriche. Vanno comunque previsti sistemi di raccolta e deflusso in caso di eccessiva piovosità nonché adeguate pendenze per evitare ristagni di acqua o deflussi troppo rapidi. Le pavimentazioni non devono coprire il sistema radicale delle piante.
• reti ed impianti: le canalizzazioni delle reti sotterranee possono essere realizzate purché non interferiscano con il sistema radicale delle piante e non interrompano la regimentazione delle acque superficiali o sotterranee.
Le reti e gli impianti aerei possono essere autorizzati solo se compatibili con l’ambiente.
SCHEDA B2: AREE AGRICOLE
1. Definizione: La tutela delle aree agricole, cioè delle aree coltivate, costituisce un obiettivo prioritario di interesse pubblico in quanto elemento fortemente caratterizzante la struttura del paesaggio agrario.
Gli strumenti urbanistici definiscono la delimitazione, le finalità e le norme di tutela delle aree agricole.
2. Livello di prestazione: In linea generale l’obiettivo della tutela si esplica attraverso interventi di conservazione, miglioramento e promozione del complesso strutturale delle aree agricole costituito dai caratteri geo-pedologici, idrologici, fisico-chimici e morfologici del suolo, dalla tipicità e qualità delle
colture, dalla storicità della formazione e dalla ricorrenza colturale. Gli interventi consentiti devono tendere a restituire o a conseguire elevati livelli di qualità agricola ed ambientale di tali aree anche attraverso opere di
sistemazione o di riqualificazione ambientale secondo le tecniche della ingegneria naturalistica e l’eliminazione di elementi di degrado (discariche, rifiuti, sostanze nocive, impianti tecnici in disuso, vegetazioni infestanti, …).
La conoscenza delle caratteristiche del suolo e le indagini dirette costituiscono la metodologia corretta per ogni intervento, al fine di individuare le qualità tipiche e le variabili ambientali di ogni luogo e di conseguenza le opere più opportune. Pertanto ogni progetto di intervento deve derivare da un’attenta lettura e da un’ analisi puntuale di tali caratteristiche che saranno documentate negli elaborati di analisi.
Il requisito può intendersi soddisfatto se si raggiungono i seguenti obiettivi:
• consolidamento del suolo: le indagini geomorfologiche possono fornire gli elementi di conoscenza indispensabili a definire la necessità di consolidamento del suolo dovuta alla presenza di movimenti di massa, erosione, frane, depressioni, a fenomeni di instabilità dei versanti o di piani di scivolamento. Non sono comunque consentiti interventi di consolidamento con palificate, setti o muri di calcestruzzo. La sovrapposizione e l’alternanza temporale di strati superficiali di provenienza eterogenea, spesso dovute a residui, scorie, sottoprodotti di lavorazioni, rifiuti da discarica, costituisce un approfondimento necessario per definire, per aree più limitate, gli interventi di ricostruzione pedologica.
• trattamento dei pendii: gli interventi devono tendere a riconsolidare gli strati geologici superficiali facendo ricorso sia a tecniche di ingegneria naturalistica quali le fascinate, le palificate vive, i gabbioni rinverditi, l’ inerbimento per semina che a opere di contenimento in muratura nel rispetto dell’andamento orografico.
Negli ambiti dei versanti terrazzati gli interventi devono tendere all’utilizzo di materiali, forme e dimensioni legati alla cultura tradizionale rurale; la rifazione dei muri di sostegno dei terrazzamenti deve essere  realizzata mediante tecniche costruttive conformi alla tradizione ed in particolare con l’utilizzo di pietrame a
vista senza stilatura dei giunti al fine di valorizzare precise caratteristiche identificative del paesaggio sorrentino.
• regimentazione delle acque: le indagini relative all’idrologia superficiale e sotterranea, tese a stabilire la condizione e l’ubicazione delle falde acquifere, la presenza di pozzi, sorgenti, canalizzazioni e reti di scolo delle acque, la capacità di drenaggio delle acque meteoriche e l’interpretazione del loro deflusso, costituisce conoscenza determinante ai fini della difesa del suolo da fenomeni di instabilità per erosione e dilavamento e di tutela delle falde freatiche.
Ogni intervento, sulla base delle indagini sopraindicate, dovrà rispondere all’esigenza di regimentazione delle acque superficiali e sotterranee, all’eliminazione di scarichi di acque luride, al controllo dell’efficienza dei letti delle falde acquifere o di eventuali reti e canalizzazioni di acque domestiche presenti:
anche in questo caso non è consentito l’uso di manufatti cementizi superficiali.
• colture agricole: le aree coltivate per la produzione agricola, già esistenti o di nuovo impianto, costituiscono un elemento di forte riconoscibilità del paesaggio rurale e di memoria del territorio storico. Gli assetti colturali tradizionali, quali gli agrumeti, i vigneti e gli uliveti vanno salvaguardati con il mantenimento delle varietà delle cultivar locali in funzione delle caratteristiche pedo-climatiche delle diverse aree e dell’utilizzo di tecniche colturali e di produzione adeguati agli standard agro-ambientali delle Norme di Buona Pratica Agricola del Piano di sviluppo rurale disposto dalla Regione nel PSR Campania 2000-2006 –Misura F.
Tuttavia l’attività dovrà svolgersi con criteri di igiene, decoro e compatibilità con l’ambiente urbano. Vanno pertanto opportunamente realizzate o trasformate le opere connesse all’allevamento del bestiame (stalle, ovili, porcilaie, pollai, conigliere, fienili,…), i letamai, le concimaie, i depositi all’aperto di materiale, le vasche di scolo delle acque. Il fondo agricolo, le strade di servizio, i piazzali devono essere manutenuti in efficienza ed in sicurezza. L’eventuale mungimento di acque da pozzi o falde freatiche deve essere regolarmente denunciato e controllato. I pozzi in disuso devono essere chiusi e impermeabilizzati per evitare inquinamento
delle acque sotterranee. Le opere di servizio all’attività agricola quali palificate, tutori, pensiline, recinzioni, staccionate, pergolati possono essere realizzate in legno, in ferro verniciato o in muratura, con esclusione di
elementi, anche prefabbricati, in cemento o plastica.
• pavimentazioni: in generale le pavimentazioni delle aree aperte (cortili, strade, aree di pertinenza, piazzali, …) e delle strade poderali devono assicurare il deflusso e la regimentazione delle acque meteoriche: sono
perciò escluse tutte le pavimentazioni impermeabilizzanti (bituminose, a base plastica, cementizie, ..). Le pavimentazioni in blocchetti di cemento precolorato sono consentite purché intervallate da corsetti di drenaggio e permeabilità delle acque meteoriche. Vanno comunque previsti sistemi di raccolta e deflusso in caso di eccessiva piovosità nonché adeguate pendenze per evitare ristagni di acqua o deflussi troppo rapidi. Le pavimentazioni non devono coprire il sistema radicale delle piante.
• reti ed impianti: le canalizzazioni delle reti sotterranee possono essere realizzate purché non interferiscano con il sistema radicale delle piante e non interrompano la regimentazione delle acque superficiali o sotterranee. Le reti e gli impianti aerei possono essere autorizzati solo se compatibili con l’ambiente.
SCHEDA B3: PARCHI E GIARDINI
1. Definizione: I parchi ed i giardini pubblici e privati costituiscono un patrimonio di grande valore non solo per il ruolo equilibratore che svolgono nell’ambiente e nel paesaggio della città, ma anche come  testimonianze della storia di culture nella trasformazione e nell’ordine della natura. Il giardino, infatti, nella sua complessa connessione di essenze vegetali progettate e di opere d’architettura, rappresenta una sintesi del pensiero culturale di una società: come tale esso va tutelato ed incentivato.
2. Livello di prestazione: Il requisito può intendersi soddisfatto se si raggiungono i seguenti obiettivi:
• giardini e parchi esistenti: la costruzione della città e del territorio si è intessuta con la storia dei suoi parchi e dei suoi giardini ed in generale delle sue aree arboree artefatte. Gli interventi possibili sono regolamentati dalla normativa di zona dello strumento urbanistico in cui ricadono.
Per gli impianti soggetti a restauro sono consentiti, sulla base di una analitica lettura storica, iconografica, documentaria e sulla base di indagini dirette, solo gli interventi di conservazione della connessione strettissima tra essenze vegetali ed architettura, come si sono configurate e stratificate nella storia, salvaguardando la particolare materia del giardino costituita da manufatti artificiali e da vegetazioni vive e quindi mutevoli con i giorni e durante il giorno e con i suoi cicli biologici, o di innovazione laddove necessario, secondo le prescrizioni della Carta italiana per il restauro dei giardini storici del 1981.
• giardini e parchi di nuovo impianto: i parchi ed i giardini di nuovo impianto dovranno, pur nell’autonomia progettuale, ricostruire la connessione tra la particolare morfologia del suolo e l’articolazione vegetale basata principalmente sulle essenze montane ed a clima mediterraneo.
Anche in questi casi l’analisi delle caratteristiche dei terreni e del sottosuolo, del sistema idrologico e dell’ambiente in generale (insolazione, clima, piovosità, umidità, venti) costituisce il parametro determinante per le scelte progettuali.
In generale il progetto dovrà rispondere alle necessità di libero godimento, di riflessione, di passeggio, di gioco, di meraviglia consoni con il concetto di giardino, evitando l’eccessivo ricorso a manufatti o ad attività non compatibili.
Per gli elementi di architettura si farà ricorso principalmente ai materiali della tradizione, con esclusione del cemento e della plastica.
• parchi sportivi: anche per i parchi dedicati alle attività sportive all’aperto valgono le indicazioni del punto precedente, con la particolare attenzione all’inserimento dei campi da gioco e delle relative strutture (spogliatoi, uffici, servizi di ristoro, tribunette, illuminazione) in modo da creare un unicum organico e diminuire l’impatto delle ampie superfici sterrate dei campi.
• pavimentazioni: valgono i requisiti prestazionali di cui alla precedente Scheda B2.
• reti ed impianti: le canalizzazioni delle reti sotterranee possono essere realizzate purché non interferiscano con il sistema radicale delle piante e non interrompano la regimentazione delle acque superficiali o sotterranee.
E’ escluso l’installazione ed il passaggio delle reti e degli impianti aerei.
• recinzioni: valgono i requisiti prestazionali di cui alla Scheda A6.
Il testo appena riportato può contenere involontarie imperfezioni e/o refusi rispetto all’ originale. E’ opportuno, quindi, che coloro che necessitano di avere certezze rispetto ad una materia così delicata, effettuino le opportune verifiche consultando direttamente gli atti presso il Comune di Sorrento