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Arrivo dei Francescani a Massa Lubrense (4.2)

IV.2 Arrivo dei Francescani e costruzione del Convento
Con istrumento del 16 agosto 1584 (10) Monsignor Palma concesse la chiesa di proprietà comunale, ai Frati Minori di San Francesco d’ Assisi dell’ osservanza della provincia di Terra di Lavoro (11), che tuttora la reggono.
I Frati Minimi di San Francesco di Paola, per ragioni di sicurezza, essendo le coste massesi troppo esposte alle incursioni dei pirati, rifiutarono di abitarvi. Al loro posto vennero i Frati Minori di S. Francesco d’ Assisi. Nell’ atto di concessione, il Vescovo di Massa Lubrense, si riservò alcuni diritti, tra cui la celebrazione della liturgia. La costruzione della fabbrica terminò nel 1603. Successivamente fu ampliato ed incorporata la torre, che fa tutt’ uno con l’ edificio. Nel 1867 dovettero abbandonarlo, ma in seguito vi ritornarono. La chiesa della Lobra è di proprietà Comunale e la Madonna ne è la Titolare. Monsignor Palma, nell’ affidare l’ officiatura della chiesa ai Frati Minori, riservò il diritto a sé e ai suoi successori ed al Capitolo Cattedrale la celebrazione dei riti solenni nel giorno della festa. Al successore Masserenghi questo diritto fu conteso nella ricorrenza del 14 agosto 1679 (12) quando i Frati Minori inibirono al Vescovo l’ ingresso al Tempio. Il Vescovo ed il Capitolo andarono come sempre a cantare i Vespri. I monaci non gradirono quell’ intervento e cantarono loro l Vespri e celebrarono anche la messa. Il presule lanciò l’interdetto. I buoni uffici dell’ allora Provinciale dei Minori e del Sindaco Domenico Pisano indussero il Vescovo alla clemenza. Soppressa la Diocesi, il Capitolo ex Cattedrale ha continuato ad esercitare tale diritto. La festa liturgica dell’ Assunta era resa solenne dalla presenza dell’ Arcivescovo di Sorrento, ma attualmente, è ridotta ad una semplice messa solenne senza più l’antico fasto,  che la distingueva dalle altre solennità della Cattedrale. All’ istrumento del notaio Nicola Andrea di Maria (13) del 1584 parteciparono il Vescovo stesso, poiché la chiesa era edificata nel suolo della Mansa, il sindaco Gio. Andrea de Martino con gli eletti, essendo stata la chiesa eretta a spese dell’Università, in nome dei Maestri del Pio Monte, avendo questo, Giacomo Persico, sussidiata fabbrica (14).
Si concedeva ai Frati la chiesa “con tribuna, coperte e titti et intempiata de tavole sotto detto titto, con molto edificio, figure ed altri ornamenti”, e si dava loro facoltà di costruirvi accanto un monastero. I Frati Geronimo di Avella e Stefano di Marigliano si obbligavano di offrire alla Mansa, in attestazione di padronanza, ogni anno 5 libbre di cera bianca nel giorno della Purificazione; uso che tutt’ ora è in vigore, essendo le libbre ridotte a 4 e il giorno dell’ offerta il 1° maggio (15), . Fu quasi per divina ispirazione, che tale chiesa si cedesse a tali Frati come quelli, che con le loro preghiere volevano a liberare Massa Lubrense nel tempo a venire dall’ infestazione dei barbari, che tanto per lo passato quella città avevano desolata. Furono perciò chiamati da Santa Maria la Nuova in Napoli quattro ottimi religiosi (16) ad essi fu dato luogo sufficiente per fabbricarvi un Convento, che ancora esiste e con alcuni Frati, i quali sulle tracce dei loro maggiori con grande zelo ed attività sostengono e propagano il culto della Madre di Dio. Si crede, che ella sia la più antica immagine della Penisola Sorrentina (17); certo è però essere una delle più prodigiose ed amate. Ci narrano le memorie di quell’ epoca “i miracoli operati da Dio a gloria di Maria in quel luogo sono innumerabili,e basterà dire in generale, che ivi trovano perfetta medicina gl’ infermi, si raddrizzano gli zoppi, restano liberi gli ossessi, ed i marinari dalle tempeste” (18).
Anticamente i naviganti allo spuntare a Capo Corbo salutavano la Vergine SS. della Lobra con evviva, con tiri di bombarde e colpi di fuoco, corrispondendosi col suono delle campane di detta chiesa. Dura ancora oggi il costume di salutare da mare la SS. Vergine quando presso quel tempio passavano i navigli. La festa di S. Maria della Lobra è nel giorno dell’Assunzione. Nella cessione di detta chiesa ai Frati Minori Osservanti fu convenuto, che il Vescovo ed il Capitolo di Massa Lubrense si ritenevano il diritto di ufficiare in detta chiesa dai Vespri del 14 fino alla sera del 15 agosto festa di S. Maria della Lobra. La Cessione avvenne nell’ anno 1589 (19). Il convento della Lobra aveva l’ obbligo, perché un tempo era stato Cattedrale, di prestare annualmente l’ ubbidienza al Vescovo di Massalubrense. E poiché col Concordato del 1818 fu soppressa la Diocesi di Massa Lubrense ed unita a quella di Sorrento, il convento della Lobra viene chiamato ogni anno a prestare l’ ubbidienza all’ Arcivescovo di Sorrento nel dì I° Maggio in recognitionem dominii. Il giorno della festa è consuetudine antica, che i contadini Massesi per devozione a Maria SS. dalle prime ulive, che cadono in agosto, estraggono l’ olio che, poi, viene portato alla lampada della chiesa della Lobra. Il 6 maggio 1637 il signor Giovanni Catognuolo donò l’ acqua al Convento della Lobra (20). Quest’ acqua veniva presa da una fonte in località Pipiano (21), passando per la via pubblica e per la proprietà del signor Giovanni Catognuolo arrivando così al Convento. Cosa che avviene tutt’ora.
I buoni Frati, custodi di quel Tempio e della preziosa Immagine, vedendo che il culto verso la gran Madre di Dio cresceva di giorno in giorno, a spese dei benefattori pensarono di farla consacrare, così i fedeli potessero acquistare delle Indulgenze. La consacrazione fu compiuta tra i solenni riti liturgici da Monsignor Don Giuseppe Bellotti, Vescovo di Massalubrense il l° maggio 1778, come viene enunciato in una lapide che è sita al muro sotto l’ impalcatura del coro a destra di chi entra in chiesa. Come già detto, a causa di tante grazie prodigiose, si facevano delle continue istanze non solo dalla popolazione, ma anche da persone di riguardo ecclesiastiche e civili a sollecitare i RR. Padri di detto Convento e Ritiro della Lobra per l’ Incoronazione di così venerata Immagine che avvenne nel 1804. Ma i frati erano perplessi per l’ ardua impresa per la grande spesa, che occorreva a si celebre solennità. Finalmente i Frati, fidando nella divina provvidenza, si accesero di zelo per trovare i fondi. La Comunità dei frati diede l’ incarico a due fratelli laici F. Francesco da Sorrento e F. Francesco Saverio da Sorrento, i quali col loro zelo instancabile e fervore si accinsero a tanto, e fu tanto l’ aiuto della divina provvidenza che infine si vennero ad accumulare quanto occorreva di spesa per la solenne funzione (22).
Raccolte copiose elemosine, deputarono per le feste Nicola de Curtis e Giuseppe Cerulli. La chiesa fu magnificamente addobbata; nella piazza fu costruito un tosello con i ritratti di Ferdinando IV e di Maria Carolina, e vi furono lateralmente poste quattro grandi tele bianche che recavano distici latini, composti da don Francesco Daniele, alludenti alla solennità. Le due corone d’oro per l’ incoronazione della Vergine e del Bambino furono lavorate dall’ orefice D. Luigi Ferrari, ed il costo fu di ducati quattrocentosessanta (23). Le feste durarono dal 12 al 15 agosto 1804 e vi presero parte molte persone eminenti, bande musicali e reparti di forza venuti da Napoli.
Al tempo delle soppressioni il Vicario Capitolare di Massa Lubrense interessò vivamente il Ministro della Giustizia e del Culto, affinché non fosse soppresso questo monastero, assai necessario alle genti della Marina; ed il Ministro gli partecipava nell’ ottobre del 1811 che questo convento era stato messo tra quelli da conservarsi. Fu poi soppresso nel 1867 e vi rimasero un rettore, un vice-rettore e due inservienti, per la cura della chiesa e per apprestare i Sacramenti al popolo.
Questo convento è adiacente al lato dell’ Epistola della chiesa; è di pianta rettangolare, con interno cortile e chiostro. Dal lato del mare è munito di una torre (24).
Nel 1921 il Consiglio fece un sopralluogo nel Convento della Lobra(25) di proprietà comunale per verificare le condizioni statiche e riferirne nella opportunità di cederla in enfitesi. In data 10 ottobre 1914 pervenne al comune una istanza a firma del Sacerdote Agnello Russo con la quale si chiedeva la cessione in enfitesi dell’ antico Convento col piccolo orto attiguo e l’ uso perpetuo della chiesa annessa. É ciò il canone di lire 50. Il 9 ottobre 1915 il geometra Vincenzo Apreda concluse il rapporto dicendo che le spese annue per la manutenzione non potessero scendere a meno di lire 2120 annue. Perciò era conveniente per il comune cedere in enfitesi il fabbricato con l’annesso giardino. La pratica rimase in sospeso per il periodo di guerra. Nel 1918 il Sacerdote Russo offre questa volta il canone annuo di lire 100. Si aggiunge poi che occorrerà che la chiesa rimanga di patronato comunale e che per conseguenza convenga che i suoi successori siano pure mantenuti dal Comune, e che in esso venga compreso anche l’ eventuale alloggio del Rettore per l’ ipotetico caso di una operazione di assistenza o di un diverso criterio al quale le future amministrazioni comunali e gli stessi religiosi potevano venire in seguito circa l’avvertenza medesima.
Note:
(10) Istrumento di concessione della chiesa di S. Maria della Lobra ai Padri di S. Francesco dell’Osservanza per Not. Nicola Andrea De Maria stipulato il 16 del mese di agosto dell’anno 1584.
(copi a).
(11) Per la sua fecondità il volgo le dà il titolo di Terra di Lavoro: e ritien parte del Lazio novello e del paese dei Sanniti, in Pacichelli Giò. B., il Regno di Napoli in prospettiva vol. I p. 74.
(12) Filangieri di Candida R., Storia di Massalubrense Napoli 1991, p. 659-660.
(13) Vedi citaz. (10) p. 1-2.
(14) Archivio del Capitolo di Massalubrense.
(15) Filangieri, cit., p. 661.
(16) Liguori, cit., p. 58.
(17) Liguori, cit., p. 58.
(18) Liguori, cit., p. 58.
(19) Grillo, cit., p. 10.
(20) Copia dell’ atto di donazione nel convento della Lobra.
(21) Pipiano: appartenuto alla famiglia Papio che dette il nome “Pipiano” all’ attiguo casale. Da Coppola N.. Massalubrense Parco delle Sirene. Edito dalla Pro-Loco Sorrento. luglio 1982 p. 71.
(22) Liguori, cit., p. 31.
(23) Grieco, cit., p. 7.
(24) Grieco, cit., p. 23.
(25) Estratto di un documento conservato nell’ Archivio del Convento.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’ Insediamento dei Francescani e la loro presenza nella Penisola Sorrentina”, discussa dalla Dott.ssa Serafina Fiorentino, nell’ anno accademico 1992/1993 presso la Facoltà di Teologia dell’ Ateneo Romano della Santa Croce (Istituto superiore di Scienze religiose dell’ Apollinare). Relatore Prof. A. Soldatini.
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