La prefazione di Antonino Cuomo
Ogni studio, ogni ricerca sulla storia di Sorrento, e della sua Penisola, apre sempre il cuore alla speranza di chi è interessato alla propria terra (e di chi è amante della storia come vita e manifestazione dei popoli) per l’apprendimento di nuovi elementi che possano colmare lacune e completare quel mosaico che, per i tanti secoli trascorsi, non può mai ritenersi completo.
A questo desiderio non si sottrae il lavoro di Fabrizio Guastafierro che, con piacere, riscopriamo ricercatore della storia sorrentina, indagatore, curioso, del passato e dei simboli che rappresentano origini e sviluppo della nostra società nei tempi; dopo di averlo apprezzato come giornalista dalla penna facile, comprensibile e preciso nelle descrizioni di fatti e di eventi interessanti la comunità sorrentina. Lo attendiamo, ancora, in questa nuova veste per quanto egli preannunzia nello stesso studio che presentiamo e per quanto a nostra conoscenza personale. Quanti più si è a far ricerche ed a comunicarne i risultati, senza sfuggire il confronto ed il dibattito, la società – almeno dal punto di vista culturale – cresce meglio e si appaga del suo passato. Specie quando su questo è possibile, utile ed opportuno poter contribuire a creare il futuro!
Lodevoli sono le sue intenzioni ed apprezzabile è la modestia con la quale egli entra nel “circo” degli amanti della storia patria per cui non possiamo evitare di prenderne atto ed esprimere approvazione ed augurare buon lavoro per il futuro, specie in considerazione che in questo campo le difficoltà non sono poche e non aiutano sempre a superarne gli ostacoli.
Oggetto di questa pubblicazione è lo stemma di Sorrento che viene analizzato nella sua formazione, nel suo disegno e nell’inquadramento storico nella comunità sorrentina, Da esso si parte per giungere, anche, a considerazioni su personaggi della storia sorrentina proiettati all’esterno ed attirando la curiosità su eventi che richiamano la presenza e la partecipazione di Sorrento, attraverso i suoi figli, alla storia del mondo.
Indubbiamente la lettura – che si suggerisce di fare con meticolosa attenzione – del testo che viene presentato provocherà sorpresa e curiosità, foriere di incertezza e di dubbio. E’ attraverso queste sensazioni che si può progredire nel continuo accertamento e nelle verifiche delle varie ipotesi e delle affermazioni proposte con il “condizionale”.
E’ stato uno studio difficile ed arduo per la scarsa documentazione precedente l’infausta invasione turchesca del 13 Giugno 1558, ma che è stato affrontato con giovanile entusiasmo per pervenire ad un risultato che è da ritenersi, almeno in parte, accettabile e condivisibile. Forse proprio su queste conclusioni potrà nascere una discussione e potranno sorgere nuove ipotesi e nuovi traguardi, che condurranno ad ulteriori e, certamente, interessanti ricerche.
Fabrizio Guastafierro propone diverse interpretazioni della forma del contenuto dello stemma (“losanghe” o “fusi”), del numero degli stessi elementi (cinque o quattro o sei), del significato dei medesimi (ricordo delle virtù del popolo sorrentino o dei Santi Vescovi protettori), della forma dello scudo e dei colori che lo compongono. Forse non tutto può essere condivisibile, ma tutto suggerisce ulteriori approfondimenti e consentirà nuovi traguardi e, perché no, mutamenti di alcune affermazioni che sembravano certe ed indiscutibili come punti di arrivo e che, oggi, per merito di questa pubblicazione, assumono la posizione di punti di partenza.
Forse non è proprio un “abbaglio” che le cinque figure geometriche argentee all’interno dello scudo rosso siano state chiamate “losanghe”, invece che descritte come “fusi”. L’autore della pubblicazione procede nella descrizione geometrica e delle proporzioni conseguenti e quindi afferma che si debba parlare più dei secondi che delle prime e definirli conseguentemente. Nella interpretazione degli scritti e delle figure antiche esiste una categoria che è definita dei “generi letterari”, cioè delle utilizzazioni specifiche di definizioni e di descrizioni da inquadrarsi nell’epoca di produzione: nella fattispecie – indipendentemente dall’alternità delle figure geometriche, a volta corrette – era più accessibile e comprensibile l’uso del sostantivo “losanga” più che quello di “fuso”. In geometria “losanga” è definita come un “rombo con due angoli acuti e due ottusi” e con esso – proprio in araldica – confuso e assimilato. Perciò “losanga” va bene, anche se, ad una analisi più approfondita sul piano tecnico-geometrico, sarebbero “fusi”. Del resto l’utilizzazione di quest’ultima individuazione sarebbe meno chiara della prima!
Ma tutto ciò non scalfisce minimamente lo studio di Fabrizio che approfondisce e si addentra in settori e tematiche che non risultano affrontati prima! Infatti questa pubblicazione non si ferma allo stemma di Sorrento, ma ne prende l’abbrivio per ampliare l’indagine e rilevare la mancanza di autorizzazione al Comune di potere usare del gonfalone e della bandiera con lo scudo con il quale Mussolini concesso a Sorrento la “dignità di Città” e l’uso non conforme alle norme di araldica del colore rosso del gonfalone con il quale la Città partecipa negli eventi ufficiali; prendere atto che, con la determina del 25 Maggio 2004 n.808, si è conferito incarico per elaborare un modello unico di stemma da poter integrare “senza eccessi” ed a fine anno i 75 tipi di carta intestate sono stati sostituiti da un tipo unico con l’unica differenza di diversi colori, in coincidenza con i vari settori; ricordare i vari stemmi marmorei (compresi quelli scomparsi) e la loro riproduzione in dipinti, mappe, disegni ed incisioni; richiamare l’attenzione sugli stemmi al Sedil Dominova (profittando dell’occasione per approfondire la nascita, la storia e la vita di uno dei due unici sedili rimasti in Campania a testimoniare l’epoca in cui la nobiltà rappresentava la città.
Interessante e degna di approfondimenti ulteriori (lo stesso autore li preannunzia) è la parte che collega lo stemma della città con la nobiltà sorrentina, la sua rilevanza a Corte, la sua presenza nelle crociate ed il collegamento con i Templari. Si resta in viva attesa degli sviluppi storici nei quali Fabrizio Guastafierro sta già indagando e preannunzia una prossima seconda pubblicazione.
Sono molte le sorprese che si possono trovare in questo libro: non resta che approfondirsi nella sua lettera per scoprirle e…..recepirle per valutarne il posizionamento nella storia di Sorrento.
Antonino Cuomo
© Testo integralmente tratto da “Lo stemma della Città di Sorrento, origine e significato, certezze ed ipotesi, note araldiche e cavalleresche” di Fabrizio Guastafierro, pubblicato a Sorrento nel 2005 da Edizioni Gutenberg ’72 Sorrento