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5) Sorrento in epoca angioino – durazzesca

Capitolo 2
Dal periodo durazzesco-angioino-aragonese al Tardo-rinascimento
2.1 La nuova dominazione e le sue conseguenze sulla città
Delle complesse vicende storiche che caratterizzarono la vita politica e sociale napoletana dall’ avvento dei Durazzo, degli Angioini e degli Aragonesi, ben poco si sa circa la situazione di Sorrento, se non qualche notizia che riguarda le continue controversie sulle questioni dei tributi che opponevano i nobili della città ai contadini del Piano e di Massa Lubfrense(1). Durante i primi anni del XIV secolo, Sorrento godeva già di due sedili, con l’introduzione, in contrapposizione all’originario Sedile di Porta, del Sedile Dominova, il quale, sembra avere origini anteriori al 1300. Il prestigio dei Sedili di Sorrento andò al di là della ristrettezza regionale, arrivando anche a contendere nel periodo spagnolo alcuni privilegi alla stessa capitale del regno. Con il predominio degli spagnoli sul trono di Napoli, eventi ben più tragici, misero a dura prova il popolo sorrentino, che, negli ultimi tempi, era spossato da frequenti epidemie e da tasse sempre più onerose(2). Inoltre la flotta turca, incominciò a bersagliare con numerose incursioni tutta la costa, che non era sufficientemente dotata di torri di avvistamento o altri sistema di difesa e fu costretta a subire inerme anche il feroce attacco dei saraceni, poiché solo più tardi si innalzarono le torri di avvistamento(3). Frattanto, a cominciare dal XIV secolo fino a tutto il XVI, erano sorte numerose fabbriche religiose e civili che avevano mutato totalmente il volto della città. In alcuni casi tali, nuove fabbriche determinarono alterazioni del tessuto urbano antico, con la scomparsa di strade e la conseguente modifica di alcune insulae. Tale fenomeno si verificò soprattutto a causa dei monasteri che sorsero nella zona settentrionale della città e sulla costa, ugualmente a quanto avveniva in più larga misura a Napoli. Al contrario, invece, gli edifici pubblici e civili furono edificati rispettando quasi sempre il tracciato urbano originale.
Note:
1
Famose sono le perenni vessazioni cui erano sottoposti, da parte dei sorrentini, tutti coloro che abitavano “extra moenia”. Soltanto Massa lubrense era riuscita ad ottenere l’emancipazione nel 1399. Sull’argomento Cfr. V. Russo, Sorrento e la sua penisola dall’età preellenica al XIX secolo, Sorrento, 1984, pagg. 14-16 e pag. 20.
2 Come il pagamento di 4000 ducati per riscattare il suo Piano, ovvero quella fascia pianeggiante che affaccia a mare tra Sorrento e la Punta Scutolo, che era stato precedentemente infeudato. Cfr. G. Jalongo, Città e casali della Penisola Sorrentina, Roma 1993, pagg. 15-17.
3 Cfr. M. Fasulo, La penisola sorrentina: istoria, usi e costumi, antichità, Napoli, 1906, pag. 458; A. Di Leva, Entro la cerchia delle mura antiche, Massa Lubrense, 1981, pag. 43 e pag. 90; V. Russo, Sorrento e la sua penisola. cit., pag. 21.

© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’EDILIZIA CIVILE A SORRENTO”, discussa dal Dott. Paolo Ziino, nell’ anno accademico 2000/2001 presso la Facoltà di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (Corso di laurea in conservazione dei beni culturali). Relatore Prof. Francesco Divenuto.
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