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Sorrento e il Piano Territoriale Regionale della Campania

4. Gli strumenti di pianificazione di livello superiore e di settore
4.1 Il Piano Territoriale Regionale della Campania
Come si è considerato, nonostante la presenza di una organica legge urbanistica regionale, le procedure urbanistiche in Campania restano complesse, lente e confuse, proprio quando, sia in relazione alla nuova concezione di “governo del territorio” introdotta dalla riforma del titolo V della Costituzione, sia in riferimento al disegno di legge in discussione in parlamento, si va verso una notevole semplificazione amministrativa e, sopratutto, verso una più chiara definizione dei ruoli e delle competenze tra gli Enti locali (Regione, Provincia, Comuni).
Il Piano Territoriale Regionale della Campania si propone come “un piano d’ inquadramento  e d’ indirizzo e di promozione di azioni integrate. Al fine di ridurne le condizioni d’ incertezza, in termini di conoscenza e interpretazione del territorio per le aziloni dei diversi operatori istituzionali e non, il Ptr ha elaborato cinque Quadri Territoriali di Riferimento utili ad attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le Province e Soprintendenze, che definisce contemporaneamente anche gli indirizzi di pianificazione paesistica.
I cinque Quadri Territoriali di Riferimento sono i seguenti:
1. Il Quadro delle reti, la rete ecologica, la rete dell’ interconnessione (mobilita e logistica) e la rete del rischio ambientale che attraversano il territorio regionale.
Qui si colloca il contributo per la “Verifica di compatibilità tra gli strumenti di pianificazione paesistica e l’ accordo Stato – Regioni del 19 aprile 2001″ pubblicato nel BURC dell’ 8 agosto 2003 e gli indirizzi concertati con le Province e con le competenti Soprintendenze, ai fini della definizione dei criteri e indirizzi di tutela paesaggistico – ambientale per la pianificazione provinciale”;
2. Il Quadro degli ambienti insediativi, individuati in numero di 9 in rapporto alle caratteristiche morfologico – ambientali e alla trama insediativa. Gli ambienti insediativi individuati contengono i “tratti di lunga durata”, gli elementi ai quali si connettono i grandi investimenti. Sono ambiti subregionali per i quali vengono costituite delle “visioni” cui soprattutto i PTC provinciali ritrovano utili elementi di connessione, ai fini della definizione dei carichi insediativi ammissibili sul territorio, degli elementi costruttivi dell’ armatura urbana territoriale e degli indirizzi per la distribuzione degli insediamenti produttivi e commerciali;
3. Il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (SfS), individuati in numero di 45, con una definizione che sottolinea la componente di sviluppo strategico ma in funzione di dominanti territoriali (naturalistica, rurale – culturale, rurale – industriale, urbana, urbano – industriale, paesistico – culturale). Ciascuno dei STS si colloca all’interno di una matrice di indirizzi strategici che costituisce la base di riferimento affinché, attraverso adeguati protocolli con le Province e con i soggetti istituzionali e gli attori locali, potranno definirsi gli impegni, le risorse e i tempi per la realizzazione dei relativi progetti locali;
4. Il Quadro dei campi territoriali complessi (CTC). Nel territorio regionale vengono individuati alcuni “campi territoriali” nei quali la sovrapposizione-intersezione dei precedenti Quadri Territoriali di Riferimento mette in evidenza degli spazi di particolare criticità, dei veri “punti caldi” (riferibili soprattutto a infrastrutture di interconnessione di particolare rilevanza, oppure ad aree di intensa concentrazione di fattori di rischio) dove si ritiene la Regione debba promuovere un’ azione prioritaria di interventi particolarmente integrati, quali le aree a rischio vulcanico del Vesuvio e dei campi Flegrei, l’ area individuabile nel quadrante compreso tra il confine settentrionale della provincia napoletana e nell’ area meridionale della provincia di Caserta, censita dall’ARPAC per un elevato numero di siti potenzialmente contaminati. Per i Campi Territoriali Complessi si ipotizza che la Regione verifichi la possibilità di selezionare (durante le conferenze di pianificazione) quelli per i quali riservarsi, in via eventualmente esclusiva e per archi di tempo determinati, il compito diretto di pianificazione, fissando le regole di garanzia e di  partecipazione degli enti ricompresi in tali ambiti.
5. Il Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale tra í comuni minori e delle raccomandazioni per lo svolgimento di “buone pratiche”. Il Ptr ravvisa l’ inopportunità di concorrere all’ accelerazione dei processi di “Unione di Comuni“.
In Campania la questione riguarda soprattutto i tre settori territoriali del quadrante settentrionale della provincia di Benevento, il quadrante orientale della provincia di Avellino e il Vallo di Diano nella provincia di Salerno. In essi gruppi di comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, caratterizzati da contiguità e reciproca accessibilità, appartenenti allo stesso STS, possono essere incentivati alla collaborazione.
I Quadri Territoriali di Riferimento proposti dal Ptr tendono a definire processi di pianificazione basati non tanto sull’ adeguamento conformativo degli altri piani di livello provinciale e comunale, ma sui meccanismi di accordi e intese intorno alle grandi materie dello sviluppo sostenibile e delle grandi direttrici di interconnessione.
Le previsioni d’uso del suolo, quindi, rimangono di competenza dei piani regolatori, in raccordo con le previsioni dei Piani Territoriali di Coordinamento (Ptcp) provinciali.
L’ obbiettivo è di contribuire all’ ecosviluppo, secondo una visione che attribuisce al territorio il compito di mediare cognitivamente ed operativamente tra la materia della pianificazione territoriale (comprensiva delle componenti di natura paesistico – ambientale) e quella della promozione e della programmazione dello sviluppo.
L’ indirizzo strategico cui da maggiore rilevanza il Ptr riguarda l’ interconnessione.
“L’ interconnessione può essere intesa come connessione complessa: non solo di reti tecniche (materiali ed immateriali), ma anche socio-funzionali (tra servizi di diversa natura) per utenti, investitori e gestori. Realizza un impatto territoriale crescente con l’ incremento della sua complessità e, nella connessione che determina tra nodi e reti, comporta interazione e cooperazione tra attori diversi, sia dal punto di vista progettuale, che esecutivo che gestionale; di conseguenza, in un orizzonte di e di competitività, è probabilmente la linea strategica che più può a migliorare la collocazione delle micro – regioni e di tutta la regione nel quadro nazionale e internazionale”.
In relazione alle previsioni di orientamento strategico specifiche previste dal Piano territoriale regionale per la Penisola Sorrentina, il Ptr include l’ area nell’Ambiente Insediativo n. 2 – Penisola Sorrentino – Amalfitana.
Gli “Ambienti Insediativi” costituiscono, per il Ptr, “gli ambiti delle scelte strategiche con tratti di lunga durata (e dei conseguenti interventi”strutturanti), in coerenza con il carattere dominante a tale scala delle componenti ambientali e delle trame insediative”.
In altri termini, ciascun ambiente dovrebbe costituire un ambito di riferimento spaziale nel quale si affrontano e avviano a soluzione rilevanti problemi relazionali derivanti da caratteri strutturali (ambientali e/o insediativi e/o economico-sociali) che richiedono la ricerca, di lungo periodo e concertata, di assetti più equilibrati sia di tipo policentrico che riferito alle reti.
Per l’ ambiente insediativo n. 2 – Penisola sorrentino – amalfitana, il Ptr prevede:
“Descrizione sintetica dei problemi:
Il riassetto idrogeologico, e più in generale, la difesa e la salvaguardia dell’ ambiente costituiscono una delle priorità dell’ intera area. Sotto il profilo economico un primo ordine di problemi è relativo alla valorizzazione e al potenziamento delle colture “tipiche” presenti nell’ ambito ed in particolare nelle aree collinari, che potrebbero costituire una valida integrazione del sistema economico – turistico della fascia costiera.
I problemi infrastrutturali ed insediativi possono così riassumersi:
– scarsa offerta di trasporti pubblici collettivi;
– insufficiente presenza di viabilità trasversale interna;
– scarsa integrazione fra i centri montani e costieri;
– carenza di servizi ed attrezzature (quelle esistenti sono concentrate prevalentemente nei centri di Sorrento, Vico Equense, Castellammare di Stabia e Cava dei Tirreni).
Lineamenti strategici di fondo:
L’ obiettivo generale è volto allo sviluppo del turismo locale nelle sue diverse accezioni e punta fortemente all’ integrazione tra le aree costiere e le aree interne, cercando di coniugare attraverso un’ attenta azione di salvaguardia e difesa del suola, la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali dell’ area con un processo di integrazione socio-economica.
In questo quadro la priorità è senz’altro da attribuire ad una rigorosa politica di riequilibrio e di rafforzamento delle reti pubbliche di collegamento, soprattutto all’ interno dell’ area, in modo da consentire a tutti i comuni di beneficiare di un sistema di relazioni con l’ esterno attualmente gravante, prevalentemente, sulla fascia costiera.
Appare evidente che per tale ambiente, la suddivisione puramente amministrativa debba essere superata per stabilire intese, anche interprovinciali, al fine di realizzare una politica di coerenze programmatiche.
Elementi essenziali di visioning tendenziale e “preferita”
Le dinamiche insediative in atto laddove continuassero a seguire la tendenza in corso, per quanto contenute dal P.U.T, confermerebbero per I’ ambiente un assetto così configurato:
– saturazione dei centri costieri;
– accentuazione dell’ abbandono dei centri montani interni;
– inaccessibilità della costa.
Facendo riferimento invece ad una “visione guida per il futuro”, nell’assetto preferito potrebbero sottolinearsi:
– organizzazione della mobilità interna con sistemi intermodali;
– strutturazione delle conurbazioni con la distribuzione di funzioni superiori e rare;
– articolazione dell’ offerta turistica integrando la fruizione delle risorse costiere con quella delle aree montane interne puntando anche alla valorizzazione delle colture tipiche;
– potenziamento del sistema degli approdi anche al fine di integrare il sistema di accessibilità.”
In relazione ai “Sistemi Territoriali di Sviluppo” (STS), la penisola sorrentina rientra tra I SISTEMI COSTIERI A DOMINANTE PAESISTICO AMBIENTALE CULTURALE (F) ed in particolare si identifica con il STS F4 – PENISOLA SORRENTINA, che comprende i comuni di Agerola, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Santa Maria la Carità, Sant Agnello, Sant’Antonio Abate, Sorrento, Vico Equense.
I Sistemi Territoriali di Sviluppo sono intesi come luoghi di esercizio di visioni strategiche condivise e quindi delimitate prevalentemente sulla base di programmazione di strategie di intervento sul territorio e di condivisione di obiettivi di sviluppo e valorizzazione di risorse, seppure eterogenee, in particolare in relazione all’attuazione delle strategie di sviluppo economico e coesione sociale stabilite dal POR Campania.
Con l’ approvazione definitiva del Ptr sarà finalmente possibile anche revisionare ed aggiornare la pianificazione paesaggistica compreso il PUT, in attuazione degli artt. 135 e 144 del D. Lvo 42/2004, nell’ ambito della redazione del piano paesaggistico regionale previsto dall’ art. 3 della l. r. 13/2008.
Il Ptr ha efficacia indiretta sulla pianificazione comunale, attraverso i Ptcp delle Province.
Il testo che precede è integralmente tratto dalla Relazione del Piano Urbanistico Comunale di Sorrento predisposto dal Dirigente del IV Dipartimento del Comune di Sorrento, Ingegnere Guido Imperato con la consulenza del Prof. Arch. Guido Riano