14) Una testimonianza negli stemmi di marmo di Sorrento
Gli stemmi civici marmorei presenti nella città del Tasso offrono prove certe sulla foggia delle insegne di Sorrento nel corso dei secoli.
... ALL OTHER SCRIPTS MUST BE PLACED BELOW
Gli stemmi civici marmorei presenti nella città del Tasso offrono prove certe sulla foggia delle insegne di Sorrento nel corso dei secoli.
Alcuni esemplari dello stemma di Sorrento sono presenti nelle mappe di Pacichelli ed in quella custodita presso la Biblioteca Angelica di Roma. Altri esemplari di marmo si trovano nei pressi di edifici pubblici e monumenti di Sorrento. Altri ancora nella Basilica di Sant’ Antonino.
Una clamorosa scoperta: non sempre lo stemma di Sorrento è stato contraddistinto dalla presenza di cinque fusi. In passato infatti, i fusi erano sei. La prova ancora visibile grazie ad uno stemma in tufo che si trova presso il Sedil Dominova.
La presenza di due seggi nobiliari a Sorrento (il Sedile di Porta ed il Sedil Dominova) fu probabilmente dovuta alle lotte tra opposte fazioni. I fedelissimi dell’ imperatore riconobbero in Federico II il “nuovo dominus” e gli dedicarono, per l’ appunto, un seggio.
Molti nobili sorrentini furono tenuti in grandissima considerazione dall’ imperatore svevo. Angelo Teodoro di Sorrento fu impegnato per chiedere la revoca di interdetti e censure di Gregorio IX ed Innocenzo IV. Adenolfo Vulcano fu il falconiere del più grande appassionato di falconeria del medioevo.
A partire almeno dal 1500, lo stemma di Sorrento era così come lo si conosce oggi. Precedentemente – forse in epoca angioina – esso aveva sei fusi anziché cinque e si richiamavano alla protezione invocata ai santi patroni.
I saraceni, nel 1558 devastarono Sorrento e misero a ferro e fuoco la città del Tasso. In quella circostanza andarono distrutti anche quasi tutti i documenti e con essi anche quelli che raffiguravano lo stemma sorrentino.
Numerosi nobili di Sorrento, decisero di prendere la Croce e parteciparono alle crociate. Molti di essi furono presenti alla battaglia di Hattin. Un inconsueto spaccato a proposito di Sorrento medioevale.
Oltre a Roberto di Sorrento, che si vuole nato dal matrimonio tra il Principe di Capua, Giordano II e Gaitelgrima (figlia del principe di Sorrento, Sergio II), risultano interessanti le figure di Ruggiero di Sorrento, Filippo di Sorrento e Rainone di Sorrento
Antichi documenti parlano della presenza a Sorrento dei Protonobilissimo, noti anche come Faccipecora, dei Filomarino, dei Guindazzo, dei Carbone e di altre famiglie nobili. Eppure, di loro non c’è traccia nelle ricostruzioni storiche locali.